Lo stop è iniziato alle 11 del mattino. I voli annullati sono stati 142. Le adesioni allo sciopero sono state al 95% e hanno coinvolto otto sigle sindacali, in maniera unitaria, contro la «pretesa della nuova Alitalia – Etihad di avere relazioni industriali “medievali” in una moderna azienda di trasporto aereo che dimostra i suoi limiti e porterà ad altre azioni di sciopero». Sono soddisfatti e determinati i sindacati dopo il successo della prima giornata di sciopero e in una nota hanno, ironicamente, ringraziato «il signor Cramer Ball», cioè il nuovo amministratore delegato di Alitalia-Ehiad che li ha riuniti per la prima volta dopo più di otto anni in un’unica agitazione.

«Non abbiamo scioperato per privilegi di casta, per capriccio o per antichi retaggi – sostengono i lavoratori . ma per diritti primari, diritti negoziati in forma di contratto e diritti morali». «Diritto al lavoro, lavoro negato, ad esempio a quella madre che accudisce da sola un figlio con un grave handicap e dopo trenta anni di servizio viene licenziata per aver superato il periodo di comporto a seguito di un infortunio sul lavoro. O diritto di lavorare in un’azienda che rispetta il contratto di lavoro, negoziato e sottoscritto due anni fa con grandissimi sacrifici di Piloti ed Assistenti di Volo che hanno pagato di tasca propria oltre 30 milioni di euro rinunciando a parte della propria retribuzione ed alla loro tredicesima mensilità».
Per il segretario della Filt Cgil Nino Cortorillo 1quanto sta accadendo in Alitalia dimostra che la nuova filosofia aziendale alla base delle scelte organizzative e di lavoro si donda sulla pericolosa idea che il sindacato debba consegnarsi all’impresa e che gli scioperi, uno ogni quattro o cinque anni, siano da impedire». La polemica con l’ad Cramer Ball è stata intensa: in una lettera inviata ai dipendenti ha definito i sindacati come «una piaga».

Ieri, Ball si è presentato al terminal uno dell’aeroporto di Fiumicino: «Sono venuto in aerostazione per rappresentare ai nostri passeggeri il piano per cercare di minimizzare al massimo i problemi – ha detto – Noi abbiamo coinvolto i sindacati in tutte le nostre discussioni. E non è vero il fatto che ci sono stati dei licenziamenti, al contrario abbiamo assunto più di 500 persone» «Alitalia – risponde Cortorillo – ha il diritto di non rispondere alle nostre richieste, così come il diritto di sciopero in Italia non è subordinato al volere dell’impresa».
Dalle 11 alle 15 è scattato ieri anche lo sciopero dei dipendenti di Meridiana proclamato da Usb, Apm e Cobas. I lavoratori sostengono che dopo l’accordo quadro per il salvataggio di Meridiana che prevede 400 licenziamenti, gli stipendi «erano già stati tagliati nel 2009 subendo una decurtazione del 20/30% e oggi, con questo accordo, subiscono un ulteriore taglio del 20/30%». «Non si è mai vista una decurtazione del 40/60% nel giro di pochi anni».