Farà il giudice, e non potrà più fare il pubblico ministero. Dovrà anche lasciare il tribunale di Milano per trasferirsi a Torino. Lo ha stabilito ieri la Sezione disciplinare del Csm in merito al “caso” Alfredo Robledo, il magistrato protagonista dell’infinito scontro con il procuratore capo di Milano Edmondo Bruti Liberati. “Valuterò se fare ricorso”, con queste parole Alfredo Robledo ha commentato la decisione del Csm che se non altro dovrebbe mettere fine al contenzioso mai del tutto chiarito che in questi ultimi mesi ha snervato la procura più importante d’Italia.

Il Csm, dunque, ha accolto la richiesta del Pg della Cassazione secondo cui l’ormai ex pm Alfredo Robledo fu protagonista di uno “scambio di favori” poco lecito con l’avvocato della Lega Nord Domenico Aiello. Secondo l’accusa, Alfredo Robledo avrebbe passato informazioni relative ad alcuni atti coperti da segreto in merito alla ben nota inchiesta sui rimborsi percepiti da alcuni consiglieri regionali lombardi della Lega Nord. Per questo ipotetico “favore” fatto ai politici lumbard, Robledo avrebbe ricevuto in cambio una copia di alcuni atti di “natura riservata” che riguardavano l’eurodeputato Gabriele Albertini, il quale all’epoca del fatto contestato era sua controparte in un processo per calunnia.

Era stata la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ad aver trasmesso alla Procura della Repubblica di Brescia alcune intercettazioni (in particolare sms) tra l’avvocato dei leghisti e il pm Robledo; i due si sarebbero scambiati cortesie ritenute poco lecite nell’ambito dell’inchiesta in cui finì indagato l’ex tesoriere del partito di Umberto Bossi, quel Francesco Belsito che con le sue performance tragicomiche contribuì allo sfascio della Lega Nord prima maniera. Alfredo Robledo per quel contatto finì indagato, ma i pm di Brescia poco dopo chiesero l’archiviazione non ravvisando alcun reato. Quei contatti tra l’ex pm e l’avvocato della Lega Domenico Aiello sono documentati da una intercettazione telefonica particolare.

fu proI due parlano di Gabriele Albertini, che era stato denunciato da Alfredo Robledo. Siccome l’ex sindaco di Milano ed europarlamentare sembrava intenzionato ad avvalersi dell’immunità garantita dal parlamento di Bruxelles, il pm chiese all’avvocato se la Lega fosse intenzionata a votare a favore o contro l’immunità. L’avvocato Ajello, prima di rispondere, rimproverò a Robledo di aver usato la mano pesante solo sulla Lega nell’ambito dell’inchiesta sui fondi regionale. A questo punto della conversazione il magistrato disse all’avvocato che si sarebbe occupato anche di altri partiti. Nasce da qui l’ipotesi che il pm abbia rivelato segreti investigativi.