Dov’è Leoluca Orlando? Cosa sta facendo l’ispiratore del «modello Palermo» che ha imposto Fabrizio Micari al Pd, sostenuto anche da Ap, ma che sembra essersi eclissato? Persi per strada Mdp e Sinistra italiana che hanno contestato al sindaco di avere tradito gli accordi allargando ad Alfano, ora la grana è Pisapia. L’ex sindaco di Milano s’è defilato, prendendo le distanze da Micari e lasciando anche i suoi in Sicilia di sasso: che si fa? Chi si appoggia? Anche nel Pd compaiono i primi mugugni sullo ‘stratega’ di un campo largo e civico rimasto stretto. «Ci ha proposto Micari assicurando di avere dalla sua parte Mdp, Si e Pisapia e invece ci ritroviamo senza la sinistra e col rettore», sussurra un big dei democratici.

Non solo. Dov’è quel valore aggiunto della lista dei territori che Orlando aveva promesso di portare in dote? Dubbi che si insinuano tra i dem mentre Renzi nel suo tour in Sicilia ha cercato di accelerare la campagna elettorale facendosi accompagnare da Micari e i dirigenti del Pd, assieme a Rosario Crocetta, stanno lavorando alle liste senza tregua.

A tirare su il morale di Micari ci prova Angelino Alfano. Il leader di Ap, assieme ai ’Centristi’ di Gianpiero D’Alia, ieri a Palermo ha spiegato le ragioni del sostegno al rettore, annunciando il ticket con Giovanni La Via, l’eurodeputato Alternativa popolare aveva offerto come possibile candidato prima dell’accordo «civico» con i dem. Il ticket, o tandem come preferisce chiamarlo La Via, sarà formalizzato, ha spiegato poi Micari, dopo la chiusura delle consultazioni tra gli alleati. Anche perché l’annuncio di Alfano, spiffera un dirigente dei dem, è stato un po’ una forzatura. Ma ormai il dado è tratto. Mancano meno di due mesi al voto, appena dieci giorni per la presentazione dei candidati. La tensione è alta. Tant’è che Renzi e Alfano si affrettano a sostenere che il voto in Sicilia «non è un stress test nazionale».

I sondaggi danno Micari terzo, dietro a Giancarlo Cancelleri dei 5Stelle e a Nello Musumeci del centrodestra. E allora avanti, attaccando. Per Alfano, «Micari è la scelta migliore contro i 5Stelle: la competenza contro il dilettantismo» ed «è l’unica vera novità contro il dejà vu, gli altri due che sono gli stessi sconfitti cinque anni fa». L’affondo è contro il M5s che «non sa governare, basta chiedere ai romani» e contro la Lega di Salvini che ha scelto Mucumeci ma «io non dimentico che Salvini voleva fare bus separati per i terroni». Il leader della Lega annuncia querela: «Da Alfano dichiarazioni da disperato poltronaro». «Perfetto. Ci si vedrà in tribunale»,il ministro. Da Sciacca per il suo tour in Sicilia, Renzi rincara: «Devo sentirmi fare lezione di morale da chi si è comprato i diamanti in Africa e adesso vi volete fare governare da chi vi chiama terroni e voleva mettere gli autobus separati». «Se fossi siciliano», insiste Renzi, «voterei Micari, non perché me lo dice il partito, ma perché vedo le persone in campo: c’è uno che si ricandida per la serie ‘ritenta, sarai più fortunato’, poi c’è un deputato della destra radicale che è uomo di Salvini, e poi c’è il candidato dei 5Stelle…».

Ce n’è anche per D’Alema, definito da Alfano «l’ex aspirante statista» che «prova a trasformare la sua attività politica in rancore contro Renzi». Perché, argomenta, «la verità è che Mdp spera e lavora per fare perdere Renzi». «Alfano sigilla intesa con #Pd. Oggi in Sicilia, domani in Italia. Una scelta dettata da valori non negoziabili. Le soglie di sbarramento», reagisce in un tweet Arturo Scotto (Mdp). Oggi pomeriggio Mdp assieme al resto della sinistra si ritroverà in assemblea l’investitura ufficiale di Claudio Fava. Che intanto attacca Micari: «La sua prima uscita elettorale non è stata con studenti, precari o cittadini arrabbiati ma nello studio privato di Mario Ciancio». Per Fava «il rettore ha pensato che l’omaggio al potente editore catanese, rinviato a giudizio per concorso in associazione mafiosa, fosse un atto utile e dovuto. Ottimo esordio». E ancora: «Complimenti ai partiti che sostengono Micari: un’autentica candidatura ‘civica’ nel segno del rispetto ai poteri forti siciliani».