Terzo disco per i romani ACRE, dopo l’ottimo Unexpected Variations sulla portoghese Creative Sources. La formula magica di Baron, Boschi e Bonini questa volta si avvale della voce suadente di Ludovica Manzo (metà di O-Janà): il risultato è un’alchimia notturna e imprendibile, spazi astratti dove risuonano nenie d’altrove, una Kate Bush persa in labirinti out folk oppure ( Nebula Nitida) ecolalie di streghe a tentare di amministrare un caos luminoso, instancabile. Musica dove ogni dettaglio brilla di luce propria, densa di silenzi fertili, veglie, segreti di stelle, minacce languide, buchi neri bellissimi e inesorabili: l’umano dilemma sul senso delle cose, tradotto in pura e liberissima scienza del suono. Sussurri al tramonto della forma canzone (la magnifica Tomorrow, su un testo di T.S.Eliot) come un incrocio tra Derek Bailey e Brian Eno ), capaci di spalancare mondi lontanissimi. Voragini, migrazioni, vertigini: anche questa volta l’ascolto è un viaggio, da ripetere ad occhi chiusi e cuore aperto. Produce Aut Records, gestita da italiani a Berlino.