Il regista francese Alain Guiraudie non ha una filmografia sconfinata ma ogni sua opera è meditata e dirompente perché capace di tenersi in sospeso tra la concretezza e la brutalità della realtà sociale in cui viviamo e la voglia di reinventare mondi nuovi, legami diversi. In trent’anni di carriera ha firmato cinque lunghi, quattro corti, due medi tra cui Ce vieux rêve qui bouge che Godard vide alla Quinzaine nel 2001 ritenendolo il film più bello di tutta l’edizione in un anno in cui in concorso c’erano Rivette, De Oliveira, i Coen. È stato anche attore (per sé, Mathieu Amalric...