Comincia stamattina, alle 10, la prima fase cruciale della composizione delle candidature per le elezioni politiche del Movimento 5 Stelle. I candidati sarebbero migliaia, forse 15 mila. Quando venne incoronato Luigi Di Maio come «capo politico» e «candidato premier» del M5S parteciparono poco più di 35 mila persone. Dunque, fino a domani sera si potrà accedere sul portale Rousseau alle «parlamentarie», le consultazioni online per comporre le liste per la quota proporzionale. Dal Movimento 5 Stelle mettono le mani avanti su possibili intoppi del meccanismo: «In caso di difficoltà ad accedere al sito, la scadenza sarà prorogata e sarà possibile votare fino alle 14 del 18 gennaio».

Ogni iscritto dispone di tre preferenze per i candidati alla Camera e di altrettante per gli aspiranti senatori. «Possono partecipare gli iscritti alla nuova associazione», spiegano dallo staff grillino. Il riferimento è alla veste legale lanciata assieme al nuovo regolamento e al nuovo statuto, con corredo di polemiche e ricorsi. Oggetto della contestazione, accolta in fase preliminare dal tribunale di Genova, è il trasloco d’ufficio da un M5S all’altro. In palio ci sarebbe addirittura la facoltà di usare il brand a 5 Stelle.

Ma la nascita della nuova Associazione ha consentito, tra le altre cose, l’apertura a nuovi iscritti. Una sorta di azzeramento del M5S che potrebbe aver incrementato la platea dei votanti e ingrossato l’esercito dei candidati. Quanto e come sia avvenuto, per ora, è ignoto: i gestori di Rousseau non forniscono cifre. La deputata siciliana Loredana Lupo si tira indietro: «Quello in cui ci siamo trasformati è probabilmente la cosa giusta da fare, ma non mi appartiene più». Ma si ripresenta la grande maggioranza dei parlamentari uscenti (non c’è, come è noto, Alessandro Di Battista mentre ha scelto di concorrere il rivale di Luigi Di Maio, Roberto Fico). Ci provano collaboratori di eletti (come Bartolomeo Lucarelli, ingegnere, portaborse a Bruxelles della tarantina Rosa D’Amato, l’anno scorso sconfitto alle «comunarie» del capoluogo pugliese) e più di un «parente di» (Stefano Stefàno è padre di Enrico, consigliere comunale a Roma giunto al secondo mandato la cui moglie è assessora municipale).

Non tutti hanno rispettato il divieto di iniziative elettorali: pare che al senatore calabrese Nicola Morra, ad esempio, sia arrivato il richiamo dai vertici a causa di un mini-tour nella provincia di Cosenza. La Calabria è una delle regioni ad aver fornito il numero di auto-candidati: sono circa 400. A Roma e provincia se ne contano 1500. Luigi Di Maio si sottoporrà alle primarie e si candiderà anche al collegio uninominale di Pomigliano, suo collegio di residenza.

La partita dell’uninonimale, peraltro, sarà differente: è ormai certo che in quei casi i candidati saranno scelti direttamente da Di Maio e Beppe Grillo. Dove possibile si tratterà di personaggi cooptati da fuori del recinto pentastellato. I due, Grillo e Di Maio, si presenteranno giovedì in coppia al Viminale a depositare il simbolo elettorale, quasi a smentire le (ormai ricorrenti) voci che vogliono il fondatore pronto a mollare.

Chiuse le urne digitali, Davide Casaleggio dà appuntamento a Pescara, dove dal 19 gennaio per tre giorni si terrà il Villaggio Rousseau, meeting di formazione e promozione del portale del Movimento 5 Stelle che dalla prossima legislatura – come prevede il regolamento firmato dai candidati – godrà di un contributo di trecento euro al mese per parlamentare.

Al meeting interverrà anche Derrick de Kerkhove, uno degli allievi di Marshall McLuhan. Il quale, però, ci tiene a precisare: «Non sono stato arruolato, vado per discutere di cittadinanza digitale. Non significa che faccia parte del M5S».