Inizia oggi a Roma la conferenza internazionale di tre giorni sulle mutilazioni e le escissioni genitali alle bambine. Nel 2013, 125 milioni di donne nel mondo hanno subito queste pratiche, in 29 paesi tra Africa e Mediterraneo. Secondo le stime, saranno 30 milioni in più nei prossimi dieci anni. Nel dicembre 2012, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha adottato all’unanimità la Risoluzione 67/146 che intensifica l’impegno mondiale per l’eliminazione delle mutilazioni dei genitali femminili. Convinto fautore di questa linea è Babatunde Osotimehin, direttore esecutivo del Fondo delle Nazioni unite per la popolazione (Unfpa) e Sottosegretario generale Onu, che sarà presente all’iniziativa (Auditorium, Parco della musica), e aprirà i lavori della conferenza internazionale insieme alla ministra degli Esteri Emma Bonino e a rappresentanti di diversi paesi africani, varie istituzioni e organizzazioni impegnate sul tema. Entro la fine del 2013, almeno uno tra i quindici paesi africani coinvolti nel Programma comune di Unfpa e Unicef per l’eliminazione di questa pratica di violenza (Burkina Faso, Gibuti, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea, Guinea Bissau, Kenya, Mali, Mauritania, Senegal, Somalia, Sudan, Uganda) potrebbe dichiarare l’abbandono definitivo delle mutilazioni sulle donne nelle comunità del proprio territorio.