Sarà quello fiorentino di Sollicciano il primo carcere italiano dove domani si raccoglieranno anche fra i detenuti le firme della campagna «Tre leggi per la giustizia e i diritti. Tortura, carceri, droghe».

Una mobilitazione che in due mesi ha già portato a raccogliere più di 20mila firme fra i cittadini liberi. E punta a 50mila entro luglio, per promuovere le proposte di legge di iniziativa popolare già depositate in Cassazione. Un obiettivo da raggiungere anche con il contributo di chi è costretto a stare dietro le sbarre. «Firenze sarà la prima tappa – spiega Franco Corleone – poi toccherà alle carceri di Milano, di Roma e di molte altre città».

L’iniziativa annunciata dal garante fiorentino dei detenuti arriva dopo la recentissima decisione della Corte di Strasburgo di respingere il ricorso italiano, confermando l’obbligo di risolvere il sempre più drammatico problema del sovraffollamento nelle carceri della penisola. Se entro un anno governo e parlamento non saranno intervenuti, scatteranno le multe.

«Senza misure che portino a diminuire di 10, 15mila unità la popolazione carceraria – osserva Corleone – così come ha di fatto chiesto la Corte europea dei diritti dell’uomo, i detenuti potranno chiedere di essere rimborsati, come vittime di una gestione degli istituti di pena lesiva dei più elementari diritti umani. Il sovraffollamento non si misura solo con la mancanza dei metri quadri per ciascun detenuto, riguarda anche le condizioni generali di vita in carcere».

Condizioni che continuano a peggiorare: a tre anni dalla dichiarazione dello “stato di emergenza nazionale” a causa del sovraffollamento, i detenuti sono ulteriormente aumentati e gli spazi diminuiti; e sono stati tagliati senza pietà i già scarsi fondi per la quotidiana gestione delle strutture. Solo a Sollicciano sono ammassati ormai stabilmente un migliaio di detenuti, a fronte di una capienza di 450.

In questo terribile contesto è partita la raccolta di firme. Con il supporto di oltre 30 associazioni, dalla Cgil all’Arci, da Antigone all’Unione delle camere penali. E con gli obiettivi di ridurre il sovraffollamento, introducendo una sorta di numero chiuso oltre il quale non si può andare. E di modificare le disposizioni della criminogena legge Fini-Giovanardi sulle droghe e inserire nel codice penale il reato di tortura. Che ancora manca, nonostante l’Italia abbia firmato specifici trattati internazionali.

«Il 26 giugno – annuncia Corleone – in occasione della giornata mondiale indetta dall’Onu contro la tortura, ci sarà una maxiraccolta di sottoscrizioni per la proposta di legge, con 500 banchetti attivati in collaborazione con i Radicali. E una grande manifestazione a Roma, con un corteo che si snoderà probabilmente tra il carcere di Regina Coeli e il ministero della giustizia».