Tutti la danno per conclusa, alcuni come Barbagallo della Uil quantificano anche l’importo dell’accordo sulle pensioni tra sindacati confederali e governo (2,1 miliardi di euro, ne servono almeno 2,5), al momento però non c’è un pezzo di carta. E l’Anticipo pensionistico (Ape), cioè la pensione con il mutuo, che il governo vuole imporre a tutti i costi fa discutere. Al tavolo con il governo sono emerse novità rispetto alle notizie circolate. Ora si tratterebbe di una «sperimentazione» di due anni, e non di una riforma strutturale del sistema previdenziale. In questa chiave l’Ape sarebbe una sorta di “superammortizzatore” per le categorie disagiate che permetterebbe di raggiungere la pensione. Per quella volontaria, comporterebbe grandi penalità sugli assegni, Fissare un tetto di 1.500 euro lordi cui agganciare la rata-zero creerebbe una divisione nel mondo del disagio, sostiene la segretaria Cgil Susanna Camusso. La sperimentazione «è interessante, sarebbe in pratica come un superammortizzatore per poter andare in pensione. Ma l’Ape non deve tradursi in un taglio del reddito: sarebbe una soluzione sbagliata», ha detto. Sui lavoratori precoci Camusso sostiene che «chi ha iniziato presto non deve inseguire la pensione tutta la vita».

I capitoli mancanti di questa nuova stagione di concertazione sono tanti e riguardano i giovani e i precari. Completamente assenti, e questo la dice lunga sugli squilibri di una stagione parziale. A parlarne è sempre Camusso: «Mancano le risposte per i giovani – ha detto- Il nostro è un sistema che presenta forti iniquità, penso ai vitalizi, ma anche alla necessità di un contributo di solidarietà da parte delle pensioni alte come fondo interno al sistemo per sostenere i giovani e le carriere discontinue». Poi la frenata, in vista dell’incontro del 21 settembre presentato come conclusivo. «Tutti danno per scontato l’intesa ma nessuno è in grado di dire l’entità delle cifre sul tavolo – continua Camusso – C’è troppo entusiasmo, è una partita delicata che ha bisogno di discussione». «Le cifre di cui abbiamo sentito parlare finora sono insufficienti. Finora non abbiamo visto una riga scritta, una carta, un conto che ci dica quali siano le risorse». «Ne riparleremo quando ci sarà un incontro al riguardo» ha risposto evasivo il ministro del lavoro Poletti.

Il presidente della Commissione lavoro alla Camera Cesare Damiano (Pd) ha puntualizzato: «Serve un testo scritto che precisi, voce per voce, anche la quantità delle risorse che saranno messe a disposizione. Scripta manent e rendono più facile e meno arbitraria la traduzione legislativa nella legge di Bilancio di una eventuale intesa». Per il momento sembra che una convergenza ci sia sulla quattordicesima per i pensionati e sull’anticipo gratuito del pensionamento a partire dai 63 anni (il periodo anticipato sarà di 3 anni e 7 mesi) per i lavori usuranti, pesanti, disoccupati e invalidi. Da affrontare anche gli altri capitoli: l’equiparazione della no tax area dei pensionati con quella dei lavoratori dipendenti, il cumulo gratuito dei contributi, ai quali Damiano aggiunge anche la sperimentazione di «Opzione Donna» e l’ottava salvaguardia degli esodati. Ancora poco si conosce invece sul livello della penalizzazione per i lavoratori che hanno pensione più alta. Si parla di un debito contratto con le banche fino al 25% da pagare per i 20 anni successivi al prepensionamento. Riccardo Fraccaro, del Movimento 5 Stelle parla parla sul blog di Grillo di «estorsione» e di «governo strozzino». L’Ape è «un metodo usuraio per fare cassa sulla pelle dei più deboli. Invece di abolire la riforma Fornero spremono gli italiani e favoriscono i gruppi finanziari». L’ex ministro Fornero benedice invece la proposta sostenuta dal sottosegretario Nannicini: «È in linea con la mia riforma.Mi pare che molti esponenti del governo, forse con una parziale eccezione per il presidente, abbiano messo un po’ le mani avanti, dicendo che questo sarà fatto in misura limitata. Si può concedere flessibilità, ma è chiaro che quello che non viene pagato dal futuro pensionato, e cioè da chi aderisce a questa Ape, o lo paga il pensionando o lo paga la collettività. Che paghi la collettività per alcune categorie più deboli mi pare corretto, che lo paghi invece per categorie di lavoratori non occupati in lavori usuranti e che hanno una buona pensione mi sembra un altro discorso».