Secondo il quotidiano britannico The Guardian il nuovo leader dello Stato Islamico è Amir Mohammed Abdul Rahman al-Mawli al-Salbi, uno dei membri fondatori del gruppo terroristico. «La sua nomina risale ad ottobre – dopo l’uccisione di Al Baghdadi in Siria – ma il nome fornito all’epoca dall’agenzia jihadista Amaq (Abu Ibrahim al-Hashimi al-Quraishi) era sconosciuto ai servizi occidentali perché usato come nome di battaglia» riporta il quotidiano.

Al-Salbi, di origini turkmene, è stato incarcerato a Camp Bucca in Iraq, dove ha conosciuto al-Baghdadi. Ideologo della prima ora, è salito di rango grazie al suo background di studioso islamico – dottorato in legge sulla sharia presso l’Università di Mosul – e ha emesso le sentenze religiose che hanno portato al genocidiodegli yazidi e alle deportazione di civili nella zona di Ninive, in Iraq, durante l’apice dello Stato Islamico.

«La fine di Daesh è ancora lontana» ha dichiarato alla Cnn il capo dei servizi segreti iracheni Saad al-Allaq «registriamo una sua riorganizzazione ed un aumento significativo dell’attività terrorista con in media 60 attacchi al mese attraverso omicidi, bombe lungo la strada e assalti alle forze di sicurezza irachene». Un numero di circa 5 mila miliziani sembrerebbe ancora attivo in tutta l’area, riporta The Guardian, con un riassetto e forti legami anche in Asia e Africa.