Nella prima mattinata di ieri, a 48 ore dalla scadenza della cassa integrazione, che non è stata prorogata, arrivano le prime lettere di licenziamento collettivo per i 1.322 dipendenti della compagnia aerea Air Italy, l’ex Meridiana finita in liquidazione nel febbraio del 2020 dopo il fallimento del piano di rilancio tentato dall’Aga Khan (proprietario di Meridiana) insieme con Qatar Airways.

Nella comunicazione inviata via mail ad alcuni dei lavoratori Air Italy, dopo aver ricordato che il 23 settembre 2021 si è conclusa la procedura di liquidazione avviata dalla società dopo lo stop delle attività, aggiunge che i licenziamenti hanno effetto immediato. La conclusione della vertenza era stata di fatto annunciata già il 29 dicembre 2021, quando i commissari liquidatori della compagnia (che ha sede all’aeroporto Olbia-Costa Smeralda e base operativa presso quello di Milano-Malpensa) non si erano presentati al tavolo con il governo e i sindacati.

Il confronto si era chiuso con un nulla di fatto. I liquidatori avevano fatto sapere al ministero del lavoro che nulla era cambiato rispetto al precedente incontro del 15 dicembre e che per questo motivo non avevano ricevuto alcun mandato dai vertici della compagnia a presentarsi in videoconferenza. Così, subito dopo Capodanno, sono partite le email con le prime comunicazioni di avvenuto licenziamento ai lavoratori.

«Il momento che temevamo e che abbiamo cercato di scongiurare fino alla fine è arrivato: le lettere di licenziamento dei 1320 lavoratori di Air Italy sono partite, nella totale indifferenza delle istituzioni». Così commentano unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo chiedendo «un intervento immediato del governo per bloccare la procedura e scongiurare la tragedia sociale che si sta consumando».

«Più volte in questi mesi – proseguono i sindacati – abbiamo sollecitato un intervento da parte del governo per risolvere la situazione. Abbiamo fatto proposte concrete, che però sono rimaste inascoltate. Una via d’uscita c’era, ma l’esecutivo presieduto da Mario Draghi non ha voluto percorrerla. Bastava infatti una norma in deroga alla legge di bilancio e si sarebbe potuto estendere la cassa integrazione a tutti i 1320 lavoratori e lavoratrici di Air Italy anche per il 2022 a prescindere dalle decisioni prese dall’azienda. Continuiamo poi a ribadire l’importanza di costituire un bacino nazionale di riqualificazione e ricollocazione del personale del trasporto aereo, fondamentale per non disperdere l’enorme bagaglio di professionalità dei lavoratori non solo di Air Italy, ma di tutto il settore».

«Siamo esterrefatti – concludono le quattro sigle sindacali – dall’inerzia del governo. Per altri comparti si sono cercate soluzioni che hanno evitato il dramma sociale. Per il trasporto aereo, invece, nessuna iniziativa per salvaguardare aziende e lavoro. Una grave mancanza del governo, che ci induce a pensare a prossime azioni di lotta che coinvolgano tutto il settore».