Sono aggrappati al tavolo interministeriale fissato per mercoledì prossimo i 1.322 lavoratori e lavoratrici di Air Italy, letteralmente scioccati dalla decisione dei commissari straordinari della compagnia aerea di non voler chiedere la proroga della cassa integrazione straordinaria, chiudendo di fatto la procedura di licenziamento collettivo.
Durissime Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo, dopo la fumata nera al ministero del lavoro: “Nel corso dell’incontro abbiamo ascoltato le allucinanti e scellerate dichiarazioni dei rappresentanti della compagnia, decisi a licenziare oggi i lavoratori, praticamente alla vigilia di Natale e prima dell’approvazione della legge di bilancio, nella quale si sta lavorando per inserire norme ‘ad hoc’ per arginare la crisi devastante che sta colpendo il trasporto aereo”.
Le organizzazioni sindacali di categoria denunciano anche il comportamento di un pezzo di governo: “Il totale disinteresse per il destino di questi lavoratori è inaccettabile, in particolar modo il silenzio dei dicasteri dello sviluppo economico e delle infrastrutture e mobilità sostenibili”. La viceministra Alessandra Todde non ha tardato a rispondere: “Ho dato la mia disponibilità a partecipare al tavolo interministeriale, perché seguo da due anni questa vertenza, che coinvolge centinaia di lavoratori di cui molti miei conterranei, cercando di trovare una soluzione seria per i dipendenti. Il Mise, con gli strumenti attualmente a disposizione, non farà mancare il suo sostegno”
Certo è che l’annuncio dei commissari straordinari Laghi e Lagro è stato un fulmine a ciel sereno, almeno agli occhi delle parti sociali che nel precedente incontro, a fine novembre, avevano avuto rassicurazioni per una nuova richiesta di cassa integrazione straordinaria per gli addetti dell’ex Meridiana. Di qui la reazione veemente dei sindacati: “L’azienda blocchi subito i licenziamenti, e il governo convochi immediatamente un tavolo istituzionale con i soci della compagnia, Qatar Airways e il Fondo Akfed, perché non accetteremo questa macelleria sociale che impatterà direttamente sui territori della Sardegna e della Lombardia”.
Ad Olbia, dove Air Italy ha un sede, il segretario generale della Filt Cgil Sardegna, Arnaldo Boeddu, ha annunciato un’assemblea per decidere insieme ai lavoratori le prossime mosse. “E’ una situazione assurda – spiega – perché in passato il problema erano le risorse e le coperture normative, ma ora ci sono le condizioni per evitare all’azienda costi aggiuntivi. Eppure per i liquidatori la vicenda è chiusa”. E la Filt considera né più né meno che “una presa in giro la concessione di uno dei due liquidatori di Air Italy a non inoltrare le lettere di licenziamento prima del 17 dicembre”.
Sulle condizioni per evitare i licenziamenti è intervenuto anche Marco Bardini, referente in Sardegna dell’Anpav, l’associazione nazionale professionale degli assistenti di volo: “Anche se in forte ritardo, il governo sta predisponendo un quadro normativo che tuteli i lavoratori di Air Italy, al pari di quelli della compagnia di bandiera. Ma visto l’atteggiamento di totale chiusura dei commissari liquidatori, allora deve scendere in campo anche il ministero degli esteri, dato che gli azionisti, Qatar e Akfed, hanno con lo Stato italiano importanti interessi bilaterali”.
Anche a Malpensa, dove c’è la seconda sede di Air Italy, il clima è plumbeo. E le stesse istituzioni lombarde sono preoccupate: “Siamo delusi – spiega l’assessore regionale al lavoro Melania Rizzoli – perché i soci di Air Italy non hanno dato mandato ai liquidatori almeno per la sospensione della procedura di licenziamento in attesa della legge di bilancio, che dovrebbe prevedere anche la proroga degli ammortizzatori a tutela dei lavoratori del trasporto aereo, oltre al mantenimento delle licenze”. Ora l’ultima speranza è legata al tavolo interministeriale.