Riunione del Comitato tecnico scientifico dell’Agenzia italiana del farmaco, ieri, per decidere sulla somministrazione del vaccino Pfizer tra i 5-11 anni. Il via libera è arrivato in serata: previste due dosi, ma con un terzo del quantitativo inoculato agli adulti, a tre settimane di distanza. Si suggerisce l’adozione di percorsi «adeguati all’età» anche per evitare errori nelle somministrazioni. Il 25 novembre l’europea Ema aveva raccomandato l’utilizzo del Pfizer per la fascia pediatrica, in Usa e Israele le immunizzazioni sono già partite.

«I DATI DISPONIBILI – rileva l’Aifa – dimostrano un elevato livello di efficacia (90,7%) e non si evidenzino al momento segnali di allerta in termini di sicurezza. Sebbene l’infezione sia più benigna nei bambini, in alcuni casi può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica, che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva». Nei 3.100 bambini vaccinati non sono stati osservati, a breve termine, «casi di anafilassi o miocarditi/pericarditi». I dati di farmacovigilanza relativi ai circa 3.300.000 bambini già immunizzati negli Usa, a 16 giorni, «non evidenziano al momento nessun segnale di allerta in termini di sicurezza. Infine «la vaccinazione comporta la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale, importante per lo sviluppo in questa fascia di età». Il sottosegretario Costa: «Confidiamo di iniziare prima di Natale. Sarà su base volontaria, non è previsto il green pass per gli under 12». L’imperativo è spingere sulle immunizzazioni.

I DATI del ministero dell’Istruzione, aggiornati al 20 novembre, dicono che sono in Didattica a distanza il 2,6% delle classi del primo ciclo e l’1,4% del secondo ciclo. Spiega la sottosegretaria Barbara Floridia: «C’è stato un aumento dei contagi anche nelle scuole ma la situazione è sotto controllo. Nel primo ciclo ci sono più classi in Dad perché la copertura vaccinale è più bassa. Anche in Lombardia, dove ci sono molte classi in Didattica a distanza, si tratta del 3%». In Veneto nelle scuole sentinella (70,8% del totale) i positivi a ieri erano 4.832; 3.369 tra gli studenti (ma in quarantena sono 16.216). A Napoli sono 154 gli studenti positivi, il numero è raddoppiato nelle ultime 48 ore (il 29 novembre erano 66): 8 nella scuola d’infanzia, 49 nella scuola primaria, 53 nelle secondarie di I grado e 44 in quelle di secondo grado. Sono 847 i contatti scolastici in quarantena. A L’Aquila è stato chiuso l’Istituto Barbara Micarelli fino all’11 dicembre, 200 le persone in quarantena.

Dopo il dietrofront sulla Dad (con il ritorno alla regola dei 3 casi per classe per farla scattare), il commissario Figliuolo ha illustrato il piano per il tracciamento nelle scuole: «Il sistema di regioni e province autonome verrà potenziato con assetti militari con l’impiego degli 11 laboratori di biologia molecolare della Difesa presente in 8 regioni, in grado di processare tamponi molecolari effettuati a domicilio da team mobili militari, oltre al possibile impiego di due laboratori mobili». Le misure anti Covid insufficienti e il rinnovo del contratto nazionale: i sindacati della scuola sono sul piede di guerra e il 10 dicembre sciopereranno.

SORVEGLIATI SPECIALI anche i nosocomi. La Federazione italiana Aziende sanitarie e ospedaliere spiega: «Il trend dei ricoveri Covid è in accelerazione. In una settimana, secondo i dati relativi agli ospedali sentinella al 30 novembre, il numero dei pazienti ospedalizzati è aumentato del 16%: 810 contro i 697 del 23 novembre». I ricoveri in rianimazione sono cresciuti di sole 7 unità, pari al 9%, e si tratta esclusivamente di non vaccinati. Nelle terapie intensive aumentano del 17% i pazienti non vaccinati mentre diminuiscono del 10% i vaccinati. I positivi che finiscono in ospedale senza aver ricevuto nemmeno una dose hanno in media 63,4 anni a differenza dei vaccinati che hanno 74,7 anni. Fra i vaccinati i pazienti con comorbidità sono il 71% mentre fra i non vaccinati il 56%. «I non vaccinati che vengono ricoverati sono più giovani e godono di uno stato di salute migliore». Il totale dei pazienti di età inferiore ai 18 anni negli ospedali sentinella è di 17, età media 4 anni; due in terapia intensiva di 14 e 11 anni ad Ancona e Napoli.

SONO STATI 15.085 i nuovi contagi ieri in Italia su 573.775 tamponi, tasso di positività al 2,6%, 103 i morti, il numero più alto dal 28 maggio. Aumentano i pazienti ricoverati nei reparti ordinari (5.248 in totale), 21 in più di martedì; in terapia intensiva 686 positivi (più 3). La regione con il maggior numero di casi è stata il Veneto (2.656), quindi Lombardia (2.503), Lazio (1.638).

IL MINISTRO SPERANZA ieri alla Camera: «Martedì l’incidenza di casi ogni 100mila abitanti in sette giorni in Slovenia era di 786 casi, in Austria di 904 casi, in Svizzera di 583 casi, in Germania di 485 casi, in Francia di 319 casi. L’Italia, nell’ultimo report dell’Iss, era a 125 casi; gli ultimi dati dicono che la cifra è salita a 146 casi. La differenza tra il nostro paese e gli altri la fa la campagna di vaccinazione: l’87,44% degli over 12 ha avuto la prima dose, oltre l’84% ha avuto anche la seconda. E anche alla gradualità nel rilascio delle misure anti Covid». Ieri è partita la campagna per la terza dose ai 18 – 39enni. «C’è stata una crescita della prime dosi – ha proseguito Speranza -. Sono 6.543.004 le terze dosi somministrate».