Secondo lei c’è stato un qualche elemento di «universalità» nel ’68, tale da avere coinvolto sia l’est che l’ovest? Di certo ha segnato un punto di svolta. Non è un caso se molti rappresentanti del pensiero post-moderno, sparsi un po’ dappertutto, vengono da quella esperienza. Si diceva: vogliamo cambiare vita, qui ed ora. Non domani. Per quanto abbia avuto connotazioni politiche differenti a seconda dei diversi paesi – è stato dappertutto un movimento «contro le grandi narrazioni». Un movimento che ha difeso valori della modernità anche diversi tra loro, ma che aveva alla base la difesa vitale della libertà. La...