Il governo ha deciso di andare avanti con la messa a gara dei servizi offerti dalle agenzie di stampa: e questo nonostante le proteste, gli scioperi, i tentativi di dialogo (andati a vuoto) e i conflitti degli ultimi mesi con la Fnsi e i giornalisti delle agenzie che lavorano in convenzione per le pubbliche amministrazioni. Ieri il ministro dello Sport con delega all’Editoria, Luca Lotti, ha ufficialmente lanciato il bando: valore 39,9 milioni di euro.

«È stata indetta – ha comunicato il ministro in una nota – una gara a procedura aperta per l’affidamento di servizi giornalistici e informativi, per gli organi centrali e periferici delle Amministrazioni dello Stato». L’importo complessivo a base d’asta «è di 39,9 milioni di euro (su base annua e Iva inclusa)» e rappresenta «un incremento significativo delle risorse rispetto allo stanziamento degli anni precedenti, pari a 33,6 milioni di euro».

«La gara è suddivisa – prosegue la nota del ministero – in 10 lotti: ciascuna agenzia potrà concorrere per non più di due lotti ma potrà aggiudicarsene uno solo. A salvaguardia del pluralismo dell’informazione ci saranno così, in caso di aggiudicazione di tutti i lotti, 10 diverse agenzie di stampa fornitrici dei servizi per le amministrazioni dello Stato».

«I lotti hanno caratteristiche qualitative e dimensionali differenziate; parimenti i requisiti di capacità professionale e tecnica richiesti per concorrere per ciascun lotto sono stati graduati e individuati in funzione delle caratteristiche dei servizi richiesti. I requisiti tengono conto anche della necessità di acquisire servizi forniti da operatori con una piena conoscenza della lingua italiana e del contesto del nostro Paese». Messaggio, quest’ultimo, indirizzato evidentemente a tranquillizzare chi teme che con la messa a bando del servizio si possa verificare una «invasione» di agenzie estere a danno di quelle italiane.

La gara lanciata ieri è un primo spezzone, e nei prossimi giorni arriverà il bando specifico per il ministero degli Esteri e la rete diplomatica: questa parte sì, prevedibilmente, ancora più «contendibile» dalle agenzie di altri Paesi. L’operazione è stata fatta di concerto con l’Anac, l’Autorità nazionale Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone, che si è pronunciata a favore di una gara aperta e meritocratica.

Le rassicurazioni del ministero non hanno convinto la Fnsi: il sindacato unitario dei giornalisti ieri, nel corso di un incontro con lo stesso Lotti, ha ribadito la sua contrarietà alla decisione. «Il ministro – ha spiegato il segretario generale Raffaele Lorusso ha assicurato di aver tenuto conto dei rilievi e delle preoccupazioni, soprattutto per la salvaguardia dei livelli occupazionali, espresse dal sindacato dei giornalisti, ma ha ribadito la necessità di procedere attraverso due distinti bandi europei», e «che le soluzioni prospettate non erano a giudizio dei tecnici del governo risolutive delle criticità e dei problemi che si sono verificati nel passato recente».

«Il confronto dovrà proseguire sia sulle agenzie di stampa, per le quali l’approdo non può non essere che una legge di sistema, che sulle altre questioni urgenti per la professione giornalistica, a cominciare dalla lotta alla precarietà – ha concluso Lorusso – Le gare europee, in ogni caso, non consentono di superare l’incognita rappresentata dai possibili contenziosi in sede giudiziaria che, come è stato dimostrato nel recente passato, possono mettere in crisi le imprese e a rischio i posti di lavoro».