«Succederà a Tojal. E Tojal è vicino ad Arouca e lontano da tutto il resto». Il contesto in cui apprendiamo la storia dei due fratelli protagonisti, uno professore universitario quarantenne, l’altro Miguel, di poco più giovane e affetto dalla sindrome di Down, è il viaggio verso un desolato paesino dell’entroterra del Portogallo. Alla guida, attraverso il curvilineo andamento della strada, il fratello maggiore, cui è affidata la anonima voce narrante di Mio fratello, romanzo d’esordio dello scrittore portoghese Afonso Reis Cabral, vincitore nel 2014 dell’importante premio LeYa, ora edito da Nutrimenti nell’eccellente traduzione di Marta Silvetti (pp. 336, e19,00). Tojal...