Non c’è solo il forte rischio che debba da subito cimentarsi con una battuta di arresto alle amministrative, sulla strada di Giuseppe Conte e della trasformazione del Movimento 5 Stelle.
Ieri si è appreso che gli stessi iscritti che avevano presentato ricorso contro il nuovo statuto che incorona Conte hanno chiesto la sospensione cautelare dell’efficacia delle decisioni prese con il voto sul nuovo regolamento. Significa che se il tribunale dovesse accogliere l’istanza, in attesa della definizione del ricorso, tornerebbe vigente il vecchio Statuto M5S, quello che prevedeva una leadership collettiva e che, tra l’altro, sosteneva l’incompatibilità tra l’elezione nel comitato di garanzia e le cariche elettive istituzionali. I nuovi componenti del comitato, scelti dagli iscritti da una rosa proposta dal garante Beppe Grillo, dovrebbero essere Luigi Di Maio, Roberto Fico e Virginia Raggi, che pertanto decadrebbero dalla carica.

Non è l’unica bega regolamentare che pende su Conte. Si apprende anche che un gruppo di attivisti, molti dei quali ancora formalmente aderenti al M5S hanno fatto circolare un documento nel quale si denuncia l’irregolarità il sistema di voto SkyVote, che dopo la rottura con Davide Casaleggio ha sostituito la piattaforma Rousseau. Il cuore delle accuse starebbe nel fatto che il nuovo sito non raccoglie le generalità di ogni utente, in modo da verificare se ha diritto a partecipare al voto, ma si limita a recepire la preferenza dopo che a monte dal M5S è stato mandato un link all’iscritto. Da ciò dipenderebbe il fatto che alcuni iscritti sono stati esclusi dalle consultazioni e che altri che non avrebbero dovuto parteciparvi hanno ricevuto il messaggio che li autorizzava a votare. «È infatti già accaduto che per la votazione del sindaco per la città di Torino siano stati inviati da SkyVote gli accessi per votare a iscritti non residenti a Torino – affermano gli attivisti – che non avevano quindi diritto di voto o che nella votazione per lo statuto siano stati invitati a votare (e abbiano votato) parlamentari addirittura espulsi e che probabilmente invece non avrebbero dovuto partecipare alla votazione».

Dietro alcune di queste informazioni ci sarebbe ancora Casaleggio, che lavora alla sua piattaforma e che peraltro giusto qualche giorno fa ha incontrato il fuoriuscito numero uno di questa fase, non a caso molto corteggiato da Conte: Alessandro Di Battista.

Lo stesso Conte, tuttavia, accoglie con apparente tranquillità questi ricorsi: «Grazie a Dio abbiamo un sistema giustizia accessibile a tutti – dice il leader dal suo tour elettorale, che ieri passava dalla Calabria dove i 5 Stelle sostengono con il Pd la scienziata Amalia Bruni – Quindi anche agli attivisti del M5S che non sono d’accordo con questa svolta. Se ritengono di segnalare all’autorità giudiziaria una qualche criticità ben vengano, non abbiamo nulla da temere».