A 34 anni è morta vittima di un incidente nei pressi di Atene – dove viveva – la celebre dj e produttrice Sophie, pseudonimo di Sophie Xeon. Nata a Glasgow, ha lavorato con Madonna e Charli XCX, il rapper Vince Staples, Kim Petras. Amante dell’elettronica che miscelava nelle sue creazioni con sfumature pop, l’artista scozzese si è fatta conoscere nel 2013 con il singolo di debutto Nothing More to say, primo di una serie di titoli di successo. Il primo album arriva nel 2018 e ha per titolo Oil of Every Pearl’s Un-Insides, che riceve anche una nomination ai grammy come miglior album dance / elettronico. Amata dalla critica – il Guardian ha definito il suo suono: «Fresco originale capace di evocare nello stesso tempo terrore, tristezza e piacere».

L’ORIGINALITÀ delle sue produzioni, lunghe cavalcate sul dance floor fra pop e trance ma con abrasivi svolazzi industrial, ha portato Sophie a essere corteggiata da Madonna, e con lei ha co-scritto nel 2015 Bitch I’m Madonna, uno dei brani di punta di Rebel Heart interpretato dalla regina del pop insieme a Nicky Minai. Sophie era transgender e ha discusso dell’identità di genere ina lunga intervista rilasciata nel 2018 all rivista Paper: «Essere transgender significa che stai prendendo il controllo per portare il tuo corpo più in linea con la tua anima e spirito, in modo che i due non si combattano l’uno contro l’altro e lottino per sopravvivere … Significa che non sei una madre o un padre, sei un individuo che guarda il mondo e sente il mondo».
Molte le reazioni dal mondo musicale e non solo: Christine and the Queen sottolinea il talento di Sophie che definisce: «Un produttore stellare, un visionario, un riferimento per la comunità transgender». La modella e attivista Munroe Bergdorf ha detto di essere «affranta», aggiungendo: «La nostra comunità ha perso un’icona, un pioniere e una luce brillante visionaria». Sam Smith definisce Sophie: «Un vero visionario e icona della nostra generazione. La tua luce continuerà a ispirare così tanti per le generazioni a venire».