Ric Ocasek – il front man dei Cars – è stato trovato morto a 75 anni nel suo appartamento di Manhattan per motivi ancora da accertare, come ha spiegato in un dispaccio la polizia di New York. Allampanato, folta capigliatura corvina con il suo canto apparentemente sgraziato, era l’elemento fondante e distintivo della band da lui fondata a Boston nel 1977 e diventata uno dei gruppi di maggior riferimento nel mare magnum scintillante e colorato del pop rock degli ottanta. Su ritmi forsennati, tastiere piene e chitarre spesso distorte ai confini dell’hard rock applicati a melodie accattivanti, le canzoni di Ocasek e soci sono diventate l’anello di congiunzione tra la new wave e il pop rock di matrice urbana molto spesso di derivazione britannica, arrivando a vendere trenta milioni di dischi con ben 10 album e 13 singoli top 40 piazzati nella classifica di Billboard.

Ocasek – al centro – con la band nel 1980

LA GAVETTA di Ocasek è lunga e tribolata: a 16 anni sente il «sacro fuoco» per la settima arte, abbandona gli studi dopo un breve periodo al college e incontra Benjamin Orr (futuro bassista, autore e anche voce dei Cars). Dal 1965 e fino al debutto con il primo album sarà un susseguirsi di gruppi di breve durata, fondati e sciolti tra Ohio e Michigan prima che Ocasek e Orr si stabiliscano a inizi settanta a Boston dove si esibiscono in duo prima di creare i Milkwood – seminale ensemble folk-rock con un solo e sfortunato album realizzato per la Paramount Records. Conclusa la parentesi Milkwood si apre quella sempre di breve durata con i Cap’n Swing – a loro si aggiungeranno il chitarrista Elliot Easton, il tastierista Greg Hawkes e il batterista David Robinson, che verranno ribattezzati definitivamente Cars nel 1977. Preceduto da un demo, il gruppo viene messo sotto contatto dalla Elektra che dodici mesi dopo dà alle stampe l’eponimo album di debutto. Un concentrato di stili che fonde mirabilmente glam, punk, rockabilly a costruzioni sonore in linea con i suoni e le raffinatezze dei Roxy Music. Il disco scala le hit lanciando tre singoli diventati altrettanti classici: Just What I Needed, Best Friend’s Girl e Good Times Roll. Ma il meglio deve ancora arrivare: Candy-0 (1979) – dalla splendida pin-up in copertina opera di Alberto Vargas – propone undici invenzioni pop che mescolano richiami ai ’50 ad alchimie elettroniche. Seppur meno efficaci i successivi Panorama (1980) e Shake it up (1981) – non mancano di stazionare alti nelle classifiche.

CON «HEARTBEAT CITY» (1984) siamo invece ai confini della perfezione: un delizioso assemblaggio di pop, electro e rock su cui si erge la ballad Drive, tra i capolavori indiscussi degli ’80. Poi l’inevitabile declino, la morte di Orr nel 2000, l’uscita di Ocasek e un album dal vivo – It’s Alive (2006) pubblicato dal resto della band. Ocasek ci ripensa e con Move Like This (2011) – di cui scrive tutti i brani – riprende in mano la band. Da solo Ocasek incide cinque album solisti – uno di questi Troublizing (1997) prodotto da Billy Corgan degli Smashing Pumpkins – e diventa a sua volta produttore fra gli altri per gli Weezer, No Doubt, Hole, Bad Religion. Lo scorso anno i Cars sono entrati nella Rock and Roll Hall of Fame.