«Non cerco un lieto fine alle mie storie. Creo ciò che è naturale e inevitabile. Il pupazzo di neve si scioglie, i miei genitori sono morti, gli animali muoiono, i fiori pure. Ogni creatura del mondo condivide questa traiettoria. Non c’è niente di particolarmente cupo: è un dato di fatto». Presentava così il suo libro (e personaggio) più conosciuto  Raymond Briggs, allontanando tentazioni romantiche dall’orizzonte e dalla vita del suo Snowman, quell’omino fatto di ghiaccio che abitava le pagine di un silent book del 1978, destinato a cambiare la percezione del Natale dei bambini inglesi e poi dell’infanzia planetaria con...