Telefonata da Bologna, giovedì: «Maurizio, il compagno Maurizio Pulici, ci ha lasciato improvvisamente». Stentiamo a crederlo: eravamo insieme, digitalmente, s’intende, come si sta insieme adesso, pochi giorni fa, il 13 dicembre. È proprio lui che aveva organizzato, e poi introdotto, non a caso dalla sede della Fiom bolognese, la prima presentazione streaming del nostro libro La fabbrica del Manifesto (ManifestoLibri), nel quale raccontiamo il decennio rosso operaio, che dall’autunno caldo del ’69 percorse tutti gli anni ‘70 del secolo scorso.

È anche la sua storia, perché Maurizio nel 1969, come studente di ingegneria, fu uno degli animatori del collettivo Operai Studenti bolognese, da cui nacque, con l’uscita della rivista del Manifesto, il centro di iniziativa e, successivamente, il PdUP per il comunismo di Bologna. Fra i materiali di archivio, che il libro pubblica, c’è anche la tavola rotonda che proprio lui organizzò, per ricordare uno dei protagonisti di quelle storia, Giancarlo Bonezzi, delegato della storica fabbrica Sasib e militante del Manifesto. Nelle settimane precedenti ci aveva chiamato quasi ogni giorno per segnalarci che alla discussione avrebbe partecipato anche Francesco Garibaldo, direttore della Fondazione Sabattini, che come noi visse quel decennio; e poi Michele Bulgarelli, giovane segretario della Fiom bolognese di oggi, e Luciano Bogesi , anche lui delegato Fiom della Sasib.

Maurizio si era raccomandato affinché i nostri interventi non si limitassero a raccontare il passato, ma insistessero su ciò che del racconto di quegli anni era utilizzabile oggi, per costruire un movimento di lotta con cui impedire un ritorno alla normalità di prima, con le sue ingiustizie sociali ed ambientali. È stata una bella discussione. Lui è sempre stato uno di quei compagni che non ha mai vissuto con rassegnazione la rivincita padronale degli anni ’80 del secolo scorso e la conseguente egemonia capitalista e liberista. È difficile capacitarsi che non sia più con noi a provarci.

Ci aveva già ritelefonato mercoledì sera non solo per farci gli auguri, ma soprattutto per informarci che avrebbe inviato ad entrambi il documento per la lotta al cambiamento climatico elaborato dalla giunta regionale emiliana. «Fatemi sapere al più presto cosa ne pensate, così ci mettiamo a organizzare la prossima assemblea a Bologna», aveva concluso.

Caro Maurizio ci metteremo al lavoro e la faremo, anche se ci mancherà il tuo rigore, la tua capacità organizzativa e il dolcissimo sorriso con cui sicuramente tu l’avresti realizzata. È molto triste e doloroso pensare che non ci sarai, ma dà sollievo sapere che fare questa iniziativa sarà il modo migliore per ricordarti. Ciao Maurizio, un abbraccio a Rosa, la tua compagna.

(L’ultimo saluto oggi martedì dalle 11 alle 12, sala mortuaria del cimitero di Bologna in via della Certosa 16, secondo le vigenti norme sanitarie)