«Sono addolorato per la morte di Julie Adams. La notizia mi ferisce nel profondo, in un posto dentro di me dove le creature nuotano». L’attrice scomparsa domenica a 92 anni è stata omaggiata così su twitter da Guillermo Del Toro, «debitore» con il suo La forma dell’acqua nei confronti del film di più famoso fra quelli interpretati da Adams, e al quale è ispirata la creatura protagonista del film premio Oscar di Del Toro: Il mostro della laguna nera (1954) di Jack Arnold.
«Non mi piaceva il titolo del film per il quale ero stata scritturata – aveva scritto Adams nella sua autobiografia del 2011, The Lucky Southern Star: Reflections from the Black Lagoon – speravo in un ruolo drammatico o magari una commedia. Ma quando ho letto la sceneggiatura ne sono stata subito intrigata».

Quando l’attrice, nata Betty May Adams in Arkansas nel 1926, partecipò al film al quale il suo nome è rimasto per sempre legato la sua carriera cinematografica era decollata da tempo, sotto contratto con la Universal, e l’aveva già portata a recitare per grandi registi e al fianco di alcune delle più grandi star dell’epoca, principalmente nel western. Il suo primo ruolo di primo piano, nel 1949, era stato in The Dalton Gang di Ford Beebe, ed è stata poi la protagonista femminile di tre western di Budd Boetticher: Dan il terribile (1952), Il traditore di Forte Alamo e Le ali del falco (1953) . In quegli anni è protagonista anche di altri western, come Il diario di un condannato di Raoul Walsh (1953), al fianco di Rock Hudson, e Là dove scende il fiume di Anthony Mann (1952) dove recita insieme a James Stewart, che ricorda molti anni dopo come uno dei suoi più importanti «maestri»: «Jimmy Stewart non ’faceva’ nulla, eppure era tutto lì. Pensai questo è recitare, questo è quello che voglio imparare. Ci sto ancora lavorando».

LA CARRIERA di Adams non ha mai conosciuto soste, e dagli anni ’60 è stata molto attiva anche in televisione, da Bonanza e Alfred Hitchcock Presents alla Signora in giallo, dove interpretava l’agente immobiliare di Cabot Cove Eve Simpson, e alla storica soap opera Capitol. Ma non era la fama, aveva raccontato, ad averla portata nel mondo dello spettacolo: «Volevo solo essere un’attrice. La fama è una cosa che non andrebbe presa troppo sul serio».