Un uomo di 27 anni si è dato fuoco dopo essersi gettato addosso una latta di benzina nella piazza centrale della cittadina di Thyna, sulla costa della Tunisia proprio di fronte all’Italia. Ha tentato di immolarsi davanti alla sede locale della Guardia nazionale che gli aveva appena sequestrato il camion cisterna pieno di 1.400 litri di carburante.

L’uomo, che aveva già collezionato sequestri del genere insieme ad accuse di contrabbando di gasolio, ha voluto ricordare l’atto d’accusa estremo con cui Mohamed Bouazizi si tolse la vita il 17 dicembre del 2010 di fronte alla sede del governatorato e della polizia di Sidi Bouzid che gli aveva sequestrato per l’ennesima volta il camioncino con cui Bouazizi si guadagnava da vivere vendendo verdura come ambulante abusivo, senza licenza commerciale. Il gesto di Bouazizi scatenò la rivolta contro il regime di Ben Ali e innescò il movimento del 2011 che è andato sotto il nome di «primavere arabe».

Il contrabbandiere che si è dato fuoco a Thyna, che dista solo 12 chilometri da Sfax, il principale porto tunisino da dove nelle ultime settimane partono sempre più barconi di migranti verso le coste siciliane, è stato spento e trasportato all’ospedale Habib Bourguiba di Sfax dove è ricoverato con ustioni di secondo e terzo grado ma in condizioni giudicate stabili. Bouazizi invece morì dopo 18 giorni di agonia.