Intesa per «blindare» l’Eurotunnel. Ieri a Calais i ministri dell’interno della Gran Bretagna e della Francia, Theresa May e Bernard Cazeneuve, hanno perfezionato l’accordo che dovrebbe permettere almeno di arginare l’emergenza migranti degli ultimi mesi.
Tanto per cominciare, ci sarà un «comando unificato» che si concentrerà sui migranti considerati illegali e insieme sulla lotta alle organizzazioni criminali. In secondo luogo, Londra dispiegherà le proprie forze di sicurezza nel porto di Calais. Inoltre, il governo della Gran Bretagna si è impegnato a garantire 10 milioni di euro in due anni come contributo all’altra sponda della Manica. Infine, nel protocollo si prevede un «monitoraggio» dei flussi che in estate hanno raggiunto fino a 5 mila presenza nella cosidetta giungla intorno all’imbocco dell’Eurotunnel.
May e Cazeneuve ieri hanno visitato l’Eurotunnel prima di incontrare le associazioni, le ong e i volontari che si preoccupano dell’emergenza migranti. Nella conferenza stampa, il ministro francese Cazeneuve si è di nuovo appellato all’Unione europea: «La soluzione al problema dei migranti in Europa non può risiedere in misure nazionali disordinate, ma nella cooperazione tra gli Stati europei coinvolti». Con la collega britannica Theresa May ha spiegato come il «comando congiunto» sarà guidato da due funzionari (un britannico e un francese), mentre al polizia inglese di confine parteciperà alle operazioni. May ha evidenziato poi che Belgio e Olanda sono già stati coinvolti, in vista di ulteriori controlli soprattutto al possibile spostamento del traffico criminale.
I governi di Londra e Parigi annunciano squadre di pubblica sicurezza destinate alle perquisizioni «24 ore su 24 e sette giorni su sette». D’altro canto, c’è l’impegno a concentrarsi sui soggetti deboli (donne e bambini) esposti al rischio di cadere nella rete dei trafficanti. Si cercheranno, per loro, «alloggi sicuri e forme di tutela specifiche». Ma occorre anche fronteggiare il boom delle richieste d’asilo a Calais, mèta dell’esodo che non riguarda più solo l’Africa e il Magreb ma si è esteso alle guerre che infiammano il quadrante medio-orientale.
Cazeneuze, infine, ha comunicato che finora sono stati arrestati 514 trafficanti, il 18% in più rispetto al 2014. E che in questi otto mesi la collaborazione fra le polizie da una parte e dall’altra dell’Eurotunnel ha permesso di individuare e colpire «19 filiere criminali»: si tratta di chi organizza il passaggio della Manica in maniera illegale. Erano 14 le stesse filiere stroncate l’anno scorso.
Di ben altro stampo, l’impresa compiuta il 2 agosto da Abdul Rahman Haroun, 40 anni, migrante sudanese, che era riuscito ad attraversare a piedi i 50 chilometri dell’Eurotunnel sfidando il passaggio dei treni e i rischi connessi al buio, all’alta tensione e allo stretto pertugio «pedonale». È stato arrestato a poca distanza dal traguardo: la polizia di Kent lo aveva identificato allo sbocco inglese del tunnel a Folkestone. Il 24 agosto Haroun sarà processato: rischia la condanna per la violazione della ottocentesca legge sulle ferrovie, ma quanto meno può conservare i requisiti per poter presentare la richiesta di asilo.
A margine dell’intesa fra Londra e Parigi sull’Eurotunnel, va registrato anche l’intervento del ministro Angelino Alfano: «L’asilo non si regala a nessuno che non ne abbia i requisiti. E i tanti “no” che abbiamo detto, lo testimoniano. Noi abbiamo messo in efficienza il sistema per chiederlo e ottenerlo». In sintesi, per Alfano la linea è secca: «Se scappi da guerre e persecuzioni, l’Europa ti salva e ti accoglie. E dico l’Europa perché non esisterà Europa senza un sistema comune di asilo. Se invece entri in Italia, violando le nostre regole dobbiamo rimandarti indietro rimpatriandoti. Faremo di più ma siamo di fronte al più grande flusso di profughi dalla seconda guerra mondiale in poi…».