Round a favore di Vivendi, ma la partita Telecom rimane aperta e si giocherà oggi nel consiglio di amministrazione. C’è voluta la mano di un giudice civile per definire l’ordine del giorno dell’assemblea di oggi. Il Tribunale di Milano che ha sospeso la delibera con la quale il collegio sindacale aveva ammesso la richiesta presentata dal fondo statunitense Elliott di revocare e sostituire 6 membri del cda. Vivendi aveva risposto al fondo americano facendo dimettere i propri uomini (tra cui il presidente Arnaud de Puyfontaine) e convocando una nuova assemblea per il 4 maggio. Una decisione contraddetta dai sindaci e che ha innescato una diatriba senza precedenti tra organi della stessa società. A portare chiarezza è stata il giudice civile Elena Riva Crugnola, secondo la quale la presentazione di dimissioni in blocco dei consiglieri non è «palesemente ingiustificata» e «neppure pare essere univocamente diretta a perseguire un intento di danno», nei confronti di Elliott. Nel provvedimento con cui ha accolto il ricorso di Tim e Vivendi, il giudice ha ricordato che l’unico effetto delle dimissioni è «quello di comportare sempre la remissione all’assemblea della scelta dei componenti» del cda. L’integrazione richiesta da Elliott di una proposta di revoca dei consiglieri francesi avrebbe invece avuto come conseguenza l’organizzazione di «un’assemblea su un ordine del giorno per così dire «impossibile» ai sensi statutari e normativi, con tutte le conseguenze in termini di successiva conflittualitaà. Con le dimissioni dei consiglieri di marca francese, ha ricordato Crugnola, scatta infatti «la clausula statutaria» per cui si innesca «la necessità di integrale rinnovo del cda, senza possibilità di procedere a sostituzioni parziali interinali, come invece sostenuto dal collegio sindacale». In sostanza, in questo caso è d’obbligo ricorrere allo statuto Telecom che all’articolo 9 stabilisce che il consiglio può essere rinnovato in assemblea solo con il voto di lista e non tramite revoca come richiesto da Elliott. Dunque all’assemblea di domani si potrà votare, come ha ricordato Tim, solo seguendo l’ordine del giorno definito dal cda dello scorso 6 marzo, e che prevede tra l’altro l’approvazione del bilancio e la nomina nel board dell’ad, Amos Genish. Sarà lui l’ago della bilancia, godendo del favore sia di Vivendi che di Elliott.
Resta dunque invariata la convocazione dell’assemblea del 4 maggio che procederà al rinnovo integrale del cda. Ed è lì, in quella data, che ormai si svolgerà la battaglia finale per il futuro controllo della società, come ha fatto intendere Elliott nel suo commento alla sentenza del giudice Crugnola, liquidata come «un mero ritardo della democrazia, non una democrazia negata: gli azionisti potranno esprimere la loro volontà all’assemblea dei soci del 4 maggio».
Ruolo fondamentale sarà poi giocato da Cassa depositi e prestiti che è entrata nell’azionariato con l’idea di difendere la proprietà pubblica della rete che entrambi i contendenti vogliono scorporare da Tim.