Nasce in Gran Bretagna Costellazioni, del drammaturgo e sceneggiatore Nick Payne, che Raphael Tobia Vogel ha realizzato per il Teatro Franco Parenti e il torinese Tpe (fino al 5 febbraio al Teatro Basilica). Due personaggi, un lui e una lei (Pietro Micci e Elena Lietti), in un confronto/scontro che attraversa tutti i «luoghi comuni» di un rapporto sentimentale e non solo. Dentro un apparato di illuminazione (di Paolo Casati) che imprime una forza drammaturgica decisiva nel segnare tutte le possibili variazioni e posizioni che due giovani possono assumere in un processo sentimentale. Lui apicultore e quindi dedito a tutte le variazioni della vita degli insetti e del loro prezioso distillato, lei dedita alla fisica teorica e alle sue implicazioni, quasi una religione dai molteplici flussi. Ma il gioco porta spesso, nel susseguirsi di gesti e reazioni, anche al rovesciamento o allo sdoppiamento delle parti e dei ruoli. Lui apicultore e quindi dedito a tutte le variazioni della vita degli insetti e del loro prezioso distillato, lei dedita alla fisica teorica e alle sue implicazioni, quasi una religione dai molteplici flussi

ACCENSIONI e gelosie rimbalzano dall’una all’altro, attraversandoli in maniera speculare, nei luoghi comuni che scandiscono ogni esistenza (dal colpo di fulmine quasi casuale al finale mélo che evoca Traviata e il suo male incurabile). Un tour de force psicofisico per i personaggi e per i due attori, sottolineato (e vivificato quasi) in quel percorso di luoghi, esitazioni e contraddizioni comuni, dal gioco irrefrenabile (e davvero «drammaturgico») delle luci che animano, sezionano e moltiplicano la scena e le sue forme, tra piccole gelosie e voli pindarici di ogni rapporto.