Fu l’emblema cinematografico del Fronte Popolare e nello stesso tempo un vertice della filmografia di Jean Renoir, La grande illusione, intermedio cronologico fra un’opera agit prop direttamente commissionata dal Partito comunista, La vie est à nous (’36), e un’altra di respiro epico, La Marseillaise (’38) che si affianca a un ritorno a Zola, L’angelo del male e precede soltanto di un anno il capolavoro per verdetto unanime, La regola del gioco, dove si combinano la sapienza pittorica del figlio di Pierre-Auguste e l’esprit più sbrigliato e febbrile di un genio della cinematografia. Per parte sua La grande illusione è la...