Hyenas, un ballo in maschera per cinque danzatori che riprendono tre volte la medesima struttura, svelando inattesi travestimenti e punti di vista. È il nocciolo della nuova creazione in prova a Rovereto, al teatro alla Cartiera, autori Michele Abbondanza e Antonella Bertoni, insieme da più di trent’anni, coppia storica della danza italiana. Il loro primo spettacolo fu Terramara del 1991, l’amore danzato tra gerle di arance. Avevano ballato a Parigi con Carolyn Carlson, Michele già alle spalle la co-fondazione della Sosta Palmizi. Dopo Terramara miriadi di creazioni, Alcesti, Medea, Polis, fino al luminoso progetto Poiesis (2017-2019) sul rapporto tra musica e danza, basti un titolo tra tre: La morte e la fanciulla sull’omonimo quartetto in re minore di Franz Schubert.
Hyenas è in anteprima il 2 settembre a Mirabilia di Cuneo, poi tappe il 4 al Festival della Mente di Sarzana, il 10 a Opera Prima a Rovigo, il 12 al Festival Oriente Occidente di Rovereto, 40 anni di storia nel 2020.

“Hyenas”, il nuovo lavoro di Abbondanza e Bertoni in debutto a settembre (photo Matteo Festi)

CINQUE i danzatori coinvolti, una creazione nata con le regole del distanziamento imposte sulla coreografia dall’emergenza, ma che non ha tradito la scelta originaria: non trasformare un lavoro “collettivo” in una sfida solitaria. «Stiamo indagando il gioco delle verità» spiega da Rovereto Michele Abbondanza «quello che succede all’uomo nel momento in cui sveliamo il volto sotto la maschera. Come insegnava Rashomon di Kurosawa, la verità è molteplice». Maschere che sono teste antropomorfe, pecore sotto cui nascondere il ghigno delle iene.

PER ABBONDANZA E BERTONI l’incontro con le teste/maschere (realizzate da Nadezhda Simeonova) nasce in tempi pre-COVID. L’ultimo lavoro in scena a febbraio a un passo dal lockdown si intitola Clown Time: «Un bando con la Fondazione Haydn di Bolzano per uno spettacolo di teatro musicale che doveva rispondere a un quesito: a quale artista di oggi collegare un musicista rivoluzionario come Schönberg. Grazie alla collaborazione con il maestro concertatore e direttore d’orchestra Marco Dalpane, abbiamo pensato che David Lynch, con la sua visionarietà, con il suo modo di fare cinema liquido e paradossale, potesse essere accostato a una musica altrettanto provocatoria quale quella di Schönberg». La strizzata d’occhio alla serie di cortometraggi Rabbits dei primi anni Duemila ha fatto il resto. In scena accanto a Dalpane, ai solisti dell’Orchestra Haydn e al duo OoopopoiooO, tre danzatori con teste antropomorfe che si muovono tra una porta e un divano.
Antonella Bertoni: «In Clown Time abbiamo lavorato su un corpo ieratico, non troppo in movimento, creando dialoghi con voci fuori campo. Un’indagine, quella del rapporto tra voce e maschera, interessantissima che avevamo pensato di proseguire in Hyenas. Ma le maschere di Hyenas, con quello che è successo in questi mesi, sono arrivate dopo un mese di prove. La maschera condiziona la modalità dell’uso del corpo e ci ha segnalato che dovevamo ripartire. Abbiamo buttato via molto materiale virando verso qualcosa che ci sembrava più integrato». Abbondanza: «Ne è uscito un lavoro coreografico, più in linea con il progetto Poiesis». Diversi però profondamente i contesti. In Hyenas i due autori rivolgono lo sguardo al mondo delle ultime generazioni tra «uniformità global del gregge e bisogno di contatto con il tribale, l’archetipo e il mito», nel progetto Poiesis è la musica a guidare una visione declinata al femminile (La morte e la fanciulla), al maschile (Erectus sul free jazz di Charles Mingus), all’incontro tra uomo e donna (Pelléas et Mélisande di Schönberg). Epidemia permettendo, dei tre titoli è prevista in ottobre la ripresa a Racconigi de La morte e la fanciulla. Un trittico che meriterebbe di essere programmato in sequenza da qualche festival o stagione.

NEL FRATTEMPO a Hyenas Abbondanza e Bertoni hanno riservato Prova le prove: un momento di condivisione con il pubblico al Teatro alla Cartiera di Rovereto, dove la compagnia risiede. «Viviamo una situazione straordinaria. Quando ci siamo trasferiti a Rovereto» dice Bertoni «l’amministrazione comunale è stata molto sensibile alla richiesta di uno spazio. Il teatro ora vive 365 giorni l’anno tra le nostre prove e quelle delle compagnie del progetto regionale Passo Nord. Viviamo in una provincia di grande sensibilità artistica, Fies, Pergine, Oriente Occidente». Abbondanza: «Con Oriente Occidente, qui a Rovereto, ci sosteniamo e arricchiamo a vicenda. Uno scambio positivo tra realtà produttive e creative». E chiude: «Lo spazio è la persona che lo abita, che crea forme, che tiene conto del tempo, trovare casa per noi è stato il passo naturale dopo vent’anni di vagabondaggio, di ricerca, un figlio, separazioni, riunioni, lo spazio è il cuore che batte e in un’età in cui cominci a fare bilanci, noi che siamo nati nel Novecento, vuoi passare qualcosa agli altri, creare una struttura che crei altre strutture per i giovani».

L’intervista video a Abbondanza e Bertoni, con estratti degli spettacoli, è sul sito del manifesto e sulla pagina Facebook del giornale, nella serie «Danza a viva voce». (contenuti video intervista: Il ballo in maschera di Hyenas, il nuovissimo lavoro in debutto a settembre a Cuneo per Mirabilia, al Festival della Mente di Sarzana, a Rovigo e al Festival Oriente Occidente per i suoi 40 anni; Schubert, il free jazz e Schönberg in dialogo con la coreografia; la strizzata d’occhio a Rabbits di David Lynch: Michele Abbondanza e Antonella Bertoni ci portano dentro le loro ultime produzioni e la loro storia trentennale. Con estratti filmati da Clown Time, La morte e la fanciulla, Erectus e Pelléas et Mélisande).