Festival per connotazione originaria legato all’esplorazione della danza attuale in tutte le sue declinazioni, MilanOltre è giunto quest’anno alla sua 28° edizione. Negli spazi del Teatro dell’Elfo tanta danza italiana e due incursioni internazionali.

Alla prima è stata dedicata l’apertura del festival, protagonista l’indiano Aakash Odedra, una rivelazione della danza contemporanea degli ultimi anni, magistrale nel fondere con ipnotica qualità le sue tradizioni con l’oggi. Vive a Londra, ma coltiva con amore e strepitosa presenza scenica il linguaggio Kathak e del Bharata Natyam di cui è un interprete sopraffino.

Ne avevamo parlato due stagioni fa da BolzanoDanza ed è stato proprio con l’incantevole Rising visto allora che MilanOltre ha aperto l’edizione 2014. Odedra, che in Rising ha stregato la platea declinando la sua arte con pezzi a firma Sidi Larbi Cherkaoui, Akram Khan e Russell Maliphant, in Tatha, presentato in prima europea domenica scorsa, ha trascinato il pubblico nella magia del Kathak. La coreografia è dell’ottantenne maestro di Kathak, Kumudini Lakhia; la musica è dei Gundecha Brothers; Aakash balla con la danzatrice indiana Sanijukta Sinha.

Lo spettacolo si apre nel rosso della scena nella quale appaiono, anche’essi in rosso, i due interpreti. È un duo dall’energia carezzevole, nel quale si è trasportati dall’armonia di un moto circolare e dalla presenza di figurazioni astrali che si intrecciano con momenti intimi. Come se la relazione di danza continuasse a viaggiare tra l’incontro di un uomo e una donna che da personale diventa universale.

L’assolo di Aakash in nero, che apre la seconda parte del lavoro, conferma la levatura unica dell’artista. I giri su se stesso, rapidissimi, i movimenti ricamati delle mani e dei polsi, lo sguardo che è tutt’uno con il flusso della danza, incantano. Un percorso di sfumature fermato da pose perfette, attimi sospesi dai quali ricomincia l’immersione della danza nello spazio.

Segue l’assolo di Sanijukta Sinha, danzatrice indiana che apre una finestra sui risvolti narrativi del Kathak: non comprendiamo certo tutti i gesti, ma sentiamo la bellezza di un patrimonio da custodire. Di nuovo insieme per il pezzo finale, i due interpreti chiudono il cerchio con vivo successo. Certo a restare più impresso è il movimento di Odedra, artista cresciuto nell’incontro tra tradizione indiana e danza contemporanea: colpisce per la forza di un meticciato linguistico che supera i confini tra culture.

Il festival ha dedicato anche un largo approfondimento al Balletto di Roma, con coreografie tra gli altri di Schiavoni, Pogliani, Mangiola. Tra gli ospiti della Vetrina Italia, Ariella Vidach, Daniele Albanese, Simona Bertozzi, Fattoria Vittadini, Susanna Beltrami. Stasera partono anche gli spettacoli della seconda ospitalità internazionale, il National Dance Company Wales, al festival con un corposo repertorio fino al 7 ottobre: tra i titoli l’atteso Water Stories del nome di culto Stephen Petronio.