Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky sarà presente, collegato via video, alla cena di stasera a Versailles, che apre il vertice informale della Ue con una discussione sull’Ucraina? L’idea è del presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che intende invitare l’Ucraina a partecipare «in modo regolare» ai Consigli europei. Otto paesi (Repubblica ceca, Lettonia, Lituania, Estonia, Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Slovenia) spingono per un’accelerazione delle procedure di adesione alla Ue dei tre paesi della partnership orientale (Ucraina, Moldavia, Georgia), mentre Germania, Francia, Italia, Belgio e Olanda frenano. Per l’Eliseo, «il destino della Ue è cambiato con questa guerra, bisognerà ripensare la costruzione europea con l’insieme dei partner che condividono un bisogno comune di pace e sicurezza». L’entrata nell’Ue sarà lunga, perché ci sono delle pre-condizioni da rispettare (l’Ucraina ha dal 2014 un accordo di associazione, in vigore dal 2017). Ma la Ue vuole mandare «un segnale politico, di speranza».

BRUXELLES HA APPROVATO un nuovo round di sanzioni, senza toccare gas e petrolio: vengono estese alla Bielorussia le misure già adottate per la Russia (esclusione dal sistema Swift per 3 banche bielorusse), restrizioni all’export di tecnologia, oligarchi colpiti. Ci sono 160 persone in più sotto sanzioni Ue (il totale è ora di 862 individui), e 53 entità economiche, contro Mosca sono state decise nuove restrizioni all’export di tecnologia che toccano la navigazione marittima e le telecom. L’Ue discute ora con il G7 per togliere alla Russia i benefici commerciali ottenuti alla Wto. Al centro del Consiglio di Versailles, la dipendenza dei paesi europei, in misura diversa, dall’export russo nel campo dell’energia. Il comunicato del vertice invita a uscire dalla dipendenza per gas, petrolio e carbone, ma non ci sono precisioni di calendario, viste le divisioni. «Non facciamoci più male di quanto non facciamo a Putin», ha messo in guardia il vice-presidente della Commissione, Frans Timmermans, «non dobbiamo destabilizzare le nostre società nel momento in cui dobbiamo restare uniti». Per il primo ministro greco, Kyriakos Mitsotakis, rinunciare al gas russo «non è realistico, ci vuole tempo». Il ministro tedesco dell’economia, Robert Habeck, ha ricordato che «non si tratta solo di semplici restrizioni di confort ma di danni di grande ampiezza che toccano l’economia e la società nel suo insieme».

UNA LETTERA DI 100 europarlamentari chiede invece di «imporre immediatamente un embargo sull’energia. Nel comunicato finale l’Ue permette agli stati membri di decidere delle misure di sostegno a famiglie e imprese, per compensare l’aumento del prezzo dell’energia (senza interferire sul funzionamento della libera concorrenza). Il timore dell’Ue è che la Russia chiuda il rubinetto.Mosca ha detto che farà «quello che deve» sulle ritorsioni per le sanzioni, anche se il portavoce del Cremlino, Peskov ha assicurato che la Russia «era, è e continuerà ad essere un garante affidabile per la sicurezza energetica, non solo per il continente europeo ma anche a livello mondiale». Prima di aggiungere che ci potrebbero essere restrizioni all’export di «prodotti» e «materie prime» per ragioni di sicurezza.

PER FAR FRONTE A QUESTA nuova crisi, che segue a ruota quella del Covid, la Ue sta pensando di adottare, dopo il Next GenerationUe di 750 miliardi, un nuovo piano di rilancio, Repower Europe Plan, con un nuovo debito comune. Ma ieri, il primo ministro olandese, il «frugale» Mark Rutte, in visita a Parigi, ha frenato: «usare le risorse esistenti prima di fare nuovi debiti».

IN DISCUSSIONE A VERSAILLES anche l’aumento delle spese militari per «l’autonomia strategica». La Ue deve rafforzare «risolutamente» le capacità di difesa, dice il Draft del comunicato finale, con un aumento «sostanziale» delle spese militari (la Nato da tempo chiede il 2% del Pil e ieri il segretario Jens Stoltenberg ha ribadito la richiesta di «aumentare la spesa», la Germania finora era al di sotto con l’1,3%). L’obiettivo è sviluppare capacità militari «in modo collaborativo». Inoltre, la Ue deve diventare più agguerrita per difendersi dagli attacchi «ibridi», in crescita: cyber-attacchi e disinformazione (ieri l’Europarlamento ha votato un testo su questo punto). Gli europei accusano la Russia di violare «il diritto internazionale» e aprono la strada per un’accusa di crimini di guerra al Tribunale Penale Internazionale.