Da Conegliano a Valdobbiadene è una cronometro dura, 34 chilometri di mangia-e-bevi tra le colline appezzate dai vigneti del prosecco, con disboscamenti anche troppo evidenti. Nel mio piccolo aspetto l’arrivo di Asti per brindare, fedele al rituale popolare dello spumante dolce da bere per le feste. Il prosecco ha desacralizzato il brindisi e sacralizzato l’acidità di stomaco. Può brindare invece l’organizzazione del Giro: alla vigilia test a tappeto in gruppo per il covid, tutti negativi; rintuzzato così il malumore di alcune squadre, che avevano scritto all’UCI per chiederle la sospensione della corsa. Avrebbero fatto lo stesso per il Tour? Inoltre il tempo volge, se non al bello, al meglio, e forse alcune delle grandi cime della settimana che viene potranno essere salvate.

Brinda, e c’era da scommetterci, Filippo Ganna. La tappa è sua, e fanno già tre allori di giornata. Il suo compagno di squadra Dennis (tre mondiali in due) gli dà più filo da torcere che non a Palermo, ma alla fine non c’è storia. L’incedere di Ganna è un gesto estetico quasi fine a se stesso, tale la sua superiorità. Ci sono gesti assoluti trasversali ai vari sport che accomunano gli atleti che fanno parte dell’Olimpo. Un rovescio di Edberg, un gancio di Kareem Abdul Jabbar, una finta di Baggio, una danza sul ring di Mohammed Alì. E una pedalata di Ganna.

Tra gli uomini di classifica c’è chi più brinda di tutti ed è Almeida. Il portoghese in maglia rosa fa sesto assoluto, riesce a guadagnare qualcosa su Keldermann, rafforzando il primato, e rifilando un minuto e mezzo agli scalatori Nibali (giunto al traguardo piegato dallo sforzo), Fugslang e Pozzovivo, tutti raccolti in un fazzoletto di secondi. Per loro ora la corsa diventa difficile per via dei distacchi, tutti attorno ai due minuti e mezzo, e in teoria favorevole per il percorso che rimane, anche se per ora in salita il portoghese e l’olandese hanno tentennato poco. Da Piancavallo, che si scala oggi, cambia però completamente lo scenario. Le fatiche giornaliere si accumulano, gli arrivi si fanno impervi, specialmente se sarà assicurato il transito oltre i duemila metri su Stelvio, Colle dell’Agnello ed Izoard.

Le sole salite in prossimità del traguardo potrebbero non bastare per la rimonta, le differenze sono livellate, occorrerà anche un surplus di inventiva. In questo ha un vantaggio Nibali nostro. Altro fattore di incertezza, nessuna squadra sembra attrezzata per controllare la corsa, e sarà dunque corsa all’arma bianca.