Si sono barricati nell’ «orrore architettonico» che ha sostituito l’ottocentesco teatro «Mezucelli» demolito nel 1959 perché «la città doveva rinnovarsi». Artisti, musicisti, ballerini, attori, pittori, capeggiati dall’arrangiatore, produttore discografico e direttore d’orchestra Enrico Melozzi dell’associazione culturale «Teramo 3.0» e con l’appoggio del Teatro Valle di Roma da ieri occupano gli spazi dell’ex Oviesse, nel centro di Teramo, in corso San Giorgio.

Si sono chiusi in uno stabile che ai piani superiori ospita ancora il Teatro comunale (quello moderno) e il cinema. Nelle intenzioni dell’amministrazione comunale i locali al piano inferiori dovrebbero continuare, come finora è stato, ad essere destinati ad attività commerciali. I lavoratori dello spettacolo non lo vogliono. Chiedono che questi vani sfitti vengano destinati alla cultura. «Questo – spiega Guido De Togni, del Teatro Valle – un tempo era il luogo della cultura per antonomasia e deve tornare ad esserlo».

Il gruppo, guardato a vista dalle forze dell’ordine, ha esposto uno striscione che recita «La bellezza non può attendere, nuovo teatro di Teramo», firmato «Lavoratori dello spettacolo». Si sono intrufolati da una porta laterale e hanno comunicato con una piazza gremita attraverso una saracinesca a rete. «Basta con politiche clientelari e familistiche, pretendiamo trasparenza – ha continuato De Togni -, la cultura è un bene sociale e per ciò ci battiamo. Questi spazi, al momento abbandonati, sorti da uno scempio e dalla speculazione edilizia, adesso devoono ricominciare ad appartenere alla collettività. Lo pretendiamo». Gli occupanti hanno sottolineato che la loro non è una manifestazione in vista delle vicine elezioni amministrative, come da qualche parte è stato ipotizzato. Intendono occupare fino al 21 gennaio, quando scadrà il bando per l’affidamento, in locazione, del pianoterra dell’edificio di proprietà del Comune.

Bersaglio della protesta il primo cittadino di Teramo, Maurizio Brucchi. Raggiunto al telefono da Melozzi, Brucchi ha invitato i giovani prima in municipio e poi a sgomberare. «Sindaco, ci raggiunga, l’aspettiamo. Sono cinque anni che è chiuso in quell’ufficio e che non dà retta ad alcuno. Si faccia vedere: ci sono i migliori artisti italiani legati a questo territorio – hanno risposto – E parli con Digos e la polizia municipale. Spieghi loro che non stiamo facendo nulla di male». Uno scambio di battute in viva voce a cui ha partecipato la cittadinanza radunata nella strada. Del capo della giunta nessuna traccia. Ci sono stati anche applausi per l’iniziativa inconsueta.

«Novantuno anni di vita per il vecchio teatro poi abbattuto – aggiunge Mauro Baiocco – Gli spazi della cultura sono stati usati per fare gli affari loro, situazione che non è più accettabile per il mondo dell’arte. Vogliamo restituire questa realtà ai cittadini, tutti hanno diritto di andare a teatro o ad un concerto senza pagare i dazi di associazioni. La cultura può portare a risollevare anche l’economia agonizzante e ad evitare il degrado: basti pensare ai giovani che si prendono a pugni per le vie, al lavoro che non c’è, ai negozi che chiudono». Melozzi non si risparmia: «La nostra lotta è legata a tutte quelle, simili, che ci sono nel Paese. Vogliamo attirare l’attenzione su un problema vero. Siamo decisi a perseguire il nostro intento: riappropriarci degli spazi culturali. Siamo stati invitati ad un tavolo attivato appositamente, anche dalla prefettura: stiamo decidendo se esserci».

Sulla destinazione dell’ex Oviesse le idee sono chiare: «Sono oltre 2mila metri quadrati. Devono essere trasformati in sartorie, laboratori scenotecnici, magazzini, camerini, sale prova, sale studio, biblioteca e tutto ciò che occorre per strutturare una nuova e moderna realtà culturale. Teramo ha bisogno di un teatro di produzione, non di un Teatro di ri-produzione». Gli occupanti giurano che non si schioderanno facilmente. «Ci vorranno le guerre puniche – rispondono – Siamo decisi a riconsegnare l’ex Standa alla città: è un fatto di civiltà e di democrazia». E intanto vanno in scena intrattenimento, esibizioni e spettacoli. Per tutti.