Oltre quella del 13 settembre nella base di capo Frasca, altre manifestazioni sono in programma in Sardegna contro le servitù militari. Si comincia oggi alle 10 al poligono di tiro del lago Omodeo, a Sorradile, per contestare le attività di esercitazione del centro di addestramento della polizia che ha sede ad Abbasanta. La manifestazione è organizzata dalle comunità che si affacciano sul lago.

«Parteciperemo insieme ad amministratori e cittadini per chiedere la chiusura immediata di un poligono che ha bloccato ogni tipo di investimento turistico», annunciano gli indipendentisti di ProgReS-Progetu republica sarda, il movimento che alle ultime regionali, quelle del 16 febbraio scorso, ha sostenuto la candidatura a presidente della scrittrice Michela Murgia. «Saremo presenti per difendere il nostro territorio dagli abusi sconsiderati di chi crede di poter disporre a proprio piacimento delle nostre risorse, perché crediamo in un modello alternativo a quello delle servitù, che finora si è rivelato fallimentare, con ricadute negative sia sotto il profilo economico e sia sotto quello culturale».

ProgReS sarà anche alla manifestazione del 13 settembre. «A Capo Frasca metteremo il primo passo di una grande mobilitazione popolare che nessuno potrà più ignorare o far finta di non vedere», avverte ProgReS. Capo Frasca è un poligono di tiro sulla costa occidentale della Sardegna, utilizzato dalle aeronautiche e dalle marine italiana, tedesca e Nato per esercitazioni di tiro a fuoco aria-terra e mare-terra. Ci sono situati impianti radar, eliporto e basi di sussistenza. Occupa una superficie a terra di 14 Kmq e impegna un’ampia «area di sicurezza» a mare interdetta alla navigazione. Le ricadute sul territorio comprendono il divieto di esercitare la pesca e la presenza di ordigni inesplosi in mare e in terra.

Un’altra giornata di protesta è organizzata dalla rete PesaSardigna, alla quale aderiscono associazioni, partiti e comitati che il 24 agosto scorso si sono riuniti a Cagliari nella sede della Carovana sarda della pace per invitare alla mobilitazione in occasione della prima udienza del processo per disastro ambientale a carico dei comandanti dell’aeronautica militare che si sono alternati alla guida del poligono interforze del Salto di Quirra: un presidio è previsto davanti al tribunale di Lanusei martedì 23 settembre, giorno in cui comincia il processo. La base di Quirra è la più grande d’Europa. E’ divisa in due sottosistemi: un poligono a terra, con sede a Perdasdefogu, dove si trova il comando, e un poligono a mare, con sede a Capo San Lorenzo. Il primo occupa una superficie di 12.000 ettari per tutta la zona del Salto di Quirra che, dai confini sud orientali del comune di Perdasdefogu arriva sino ai margini della baia di Capo San Lorenzo. Il secondo, invece, occupa una superficie di 2.000 ettari e si estende per cinquanta chilometri lungo il tratto sud orientale della costa sarda compreso fra Capo Bellavista e Capo San Lorenzo.

«Chiamiamo i sardi a dichiararsi contrari all’utilizzo della Sardegna per scopi militari e industriali-bellici, estranei agli interessi del popolo sardo», è l’appello lanciato da rete PesaSardigna. «Chiederemo, attraverso un incontro con il presidente del consiglio regionale della Sardegna, che tutti i consiglieri si costituiscano parte civile al processo di Lanusei, per portare anche davanti ai giudici la posizione di assoluta contrarietà dei sardi alla presenza dei poligoni militari»