Il terzo anno scolastico della stagione pandemica potrebbe ricominciare a settembre così com’è finito quello precedente: con la didattica a distanzab («Dad») mescolata, su base regionale, con forme variabili di insegnamento in presenza. Molto dipende da come il governo Draghi riuscirà a gestire la partita delle vaccinazioni a una minoranza del personale scolastico che non ha ricevuto nemmeno una dose anche a causa dei pasticci combinati con Astrazeneca (il 15%, 220 mila persone) e la vaccinazione degli studenti dai 12 ai 19 anni che per il generale degli alpini e commissario all’emergenza Francesco Figliuolo dovrebbero avere la «priorità». Un’urgenza scoperta piuttosto in ritardo, a dire la verità. Il fatto che i vaccini siano «importanti per il ritorno in classe» era noto anche sette mesi fa. Non averci pensato prima, anche per gli studenti (che sono alcuni milioni) è la premessa per negare ciò che invece oggi tutte le forze politiche e le istituzioni ritengono essenziale: la scuola deve tornare, in qualche modo, in presenza. Ma per farlo, oltre alla montagna dei vaccini, dovrebbe scalare quella delle classi «pollaio» da dividere, degli spazi da trovare, di un centinaio di migliaia di precari da stabilizzare. Tutti problemi che non sono stati nemmeno istruiti.

Nel frattempo il governo e la maggioranza si dividono sulla questione del momento: il vaccino dev’essere obbligatorio anche per docenti e personale Ata? E gli studenti, se e quando saranno vaccinati, diovranno esibire il «Green Pass» per entrare in aula oltre che per salire sui bus o le metro che li portano a scuola? In attesa che Draghi e i suoi ministri affrontino il dossier, a partire dalla prossima settimana, Salvini e la Lega sventoleranno la bandiera libertariana della sovranità del diritto individuale a non vaccinarli)il «green pass» nelle manifestazioni previste nel fine settimana. Su queste ipotesi ieri si è detta contraria la ministra per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone. «Credo sia più importante spingere le persone a vaccinarsi con delle campagne forti, il sottosegretario alla Salute Andrea Costa (Noi con l’Italia) non ha escluso l’introduzione dell’obbligo dopo il 20 agosto, per l’altro sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri bisognerà capire «quanti italiani saranno vaccinati allora. I contagi non avvengono a scuola, ma sui mezzi pubblici: è difficile ricominciare in presenza a settembre, sarà un processo graduale».