Oltre 857mila docenti, un milione 70mila il personale scolastico totale; più di 8mila plessi scolastici, 40.800 edifici; quasi 10 milioni di studenti: è il complesso mondo della scuola che, in mezza Italia, riaprirà i battenti il 13 settembre. Il ministro Patrizio Bianchi, ieri in audizione alle Camere, è tornato ad assicurare: si rientrerà in presenza e con «tutti i docenti al loro posto, un impegno che si realizzerà per la prima volta».

Rispetto alle 112.473 cattedre vuote e vacanti autorizzate dal Mef, spiega, «avremo 58.735 posizioni a ruolo già assegnate, lo abbiamo fatto in agosto. E abbiamo altri 53.738 incarichi annuali, assegnati lunedì scorso. A questi abbiamo aggiunto 59.813 posti già assegnati in deroga, prevalentemente per il sostegno. Abbiamo messo in ruolo 450 dirigenti scolastici del concorso 2017 e, per la Campania, addirittura del concorso 2011». Tutto bene? Non proprio: come ogni anno, sono già cominciati i ricorsi per le graduatorie sbagliate.

RESTA DA RISOLVERE il nodo del reclutamento che, prosegue Bianchi, «permetta di arrivare a concorsi annuali, è necessaria anche una riflessione sull’abilitazione. Lavoriamo per ripristinare il turn over da qui al 2030». Altro tema caldo il rinnovo del contratto: «Stiamo preparando l’atto di indirizzo: il riconoscimento sociale dei docenti deve andare insieme con la loro qualificazione e la loro formazione continua». Oggi è previsto un incontro con i sindacati. Green pass: la verifica del personale (che ha l’obbligo del pass) per ora avviene via app. Dal 13 settembre dovrebbe entrare in funzione la piattaforma che consentirà di gestire i controlli dalla segreteria: «La piattaforma è pronta – ha chiarito il ministro – ma Sogei si è presa tempo per il collaudo».

TEST SALIVARI per gli screening scolastici. Il piano elaborato dall’Iss e dal ministero della Salute prevede l’individuazione di «scuole sentinella» che consentano di monitorare 110mila alunni al mese con cadenza quindicinale, nella fasce 6 – 11 anni e 12 – 14 anni. «Credo che sia la via e debba essere estesa oltre le scuole sentinella» ha spiegato Bianchi. Per ampliare la platea occorre coinvolgere le regioni cercando, però, di non creare disparità tra territori. L’impiego massiccio dei test è uno dei pochi fronti che vede favorevole anche il centrodestra, FdI e Lega inclusi, con il sottosegretario del carroccio Sasso che chiede di portare i test a 500mila a settimana. Intanto il mondo della scuola è corso a vaccinarsi: il personale con almeno una dose al 3 settembre era al 92,1%; tra i 16 e i 19 anni la percentuale è del 71,44; tra i 12 e i 15 anni è al 46,82%.

MASCHERINE, non c’è chiarezza. Il dl 111 (in conversione alle Camere) prevede che possano essere abbassate se in classe tutti sono vaccinati. Il premier Draghi ha rivendicato la scelta nella conferenza stampa dedicata al rientro a scuola. Ma dal Cts Sergio Abrignani spiega: «Al chiuso meglio tenerle, un vaccinato su 4 può infettarsi e quindi infettare». Non è l’unico problema. Mario Rusconi, Associazione nazionale presidi del Lazio: «Visto che non sarà possibile chiedere né ai genitori né agli alunni se sono vaccinati, noi presidi vorremmo sapere come comportarci. Ci aspettiamo una piattaforma che ci aiuti nel rispetto della privacy». Bianchi: «Stiamo ragionando sulle linee guida. Nessuno sarà abbandonato, soprattutto i presidi. Il governo non ha intenzione di creare discriminazioni, lavoreremo con l’Autorità sulla privacy». E ai parlamentari: «Il dl è nelle vostre mani per eventuali modifiche».

CLASSI POLLAIO. La riforma Gelmini prevede la possibilità di formare classi tra i 15 e i 27 alunni. «Quelle in sovrannumero sono il 2,9%, concentrate negli istituti tecnici e professionali delle grandi periferie urbane, è lì che dobbiamo agire. Mettiamo risorse dove servono e non a pioggia». Nel caso si verificassero cluster: «La quarantena dovrà riguardare il singolo istituto, non è più possibile che il presidente della regione o il sindaco possano estendere questa condizione a tutto il territorio». I sindacati sono scettici. L’Anief: «Abbiamo chiesto di ridurre il numero di alunni per scuola, di diminuire il rapporto alunni docenti così da introdurre classi con meno iscritti, più funzionali e sicure, ma anche l’adeguamento dell’organico di fatto all’organico di diritto, che solo sul sostegno sbloccherebbe 70mila cattedre».

FONDI. Dall’Ue arriverà un miliardo in più così per i Pon ci saranno 3,8 miliardi. Inoltre 2,6 miliardi sono stati appostati per la sicurezza fisica e sismica dei locali; altri 2 miliardi per la digitalizzazione; ulteriori 2 miliardi per la riapertura con 850 milioni per i trasporti. «Stiamo investendo in mense e palestre: è importante per l’ampliamento dell’offerta didattica soprattutto al Sud dove è minore il tempo pieno». Sul tavolo anche la riforma degli Its, della filiera professionale e tecnica. Ma anche della didattica: «Non sono convinto che l’unità classe sia l’unico modo per insegnare» ha spiegato Bianchi per poi annunciare una conferenza nazionale della scuola il prossimo anno, a 30 anni dall’ultima.