«Il ponte della Magliana è pericoloso e rischia di crollare. Va chiuso» ha denunciato mercoledì Remo Calzona, professore alla Sapienza di Roma di Tecniche di Costruzioni, intervistato dal Corriere della sera. Il ponte in questione permette all’autostrada Roma-Fiumicino di attraversare il fiume Tevere al di sopra di riva Pian di Torri, alla Magliana. Negli ultimi giorni è stato confuso da alcuni organi di stampa, che lo hanno chiamato viadotto della Magliana, che invece si trova pochi chilometri prima verso Roma e in effetti in un tratto all’altezza di parco de’ Medici ricorda la sagoma del Morandi di Genova. Il ponte considerato a rischio è stato progettato da Carlo Cestello Guidi e la costruzione è iniziata nel 1938. A causa dello scoppio della guerra ha avuto molte vicissitudini ed è stato concluso soltanto nel 1950. Oggi il ponte della Magliana ha quasi settant’anni di età e dunque ha superato quella che per legge dovrebbe essere la vita di servizio, senza peraltro, secondo Calzone, aver fatto un collaudo: «È un ponte fuorilegge fin dalla sua costruzione».

Il Comune di Roma, a conoscenza delle criticità, avviò negli anni settanta una commissione d’inchiesta. Nella relazione conclusiva vennero rilevati fenomeni di dissesto che consistevano «nella macroscopica dilatazione degli spazi esistenti tra le facce dei giunti posti in corrispondenza degli apparecchi di scorrimento», nel deterioramento degli apparecchi di appoggio (carrelli) e in lesioni verticali nel corpo delle spalle. Ma queste preoccupanti constatazioni non portarono a nulla, malgrado fosse stato consigliato di dismettere la struttura.

Il Professor Calzona era già intervenuto in gennaio sullo stato del ponte della Magliana e intervistato da Repubblica nello stesso periodo aveva espresso preoccupazione per la dilatazione tra i giunti che all’epoca raggiungeva in alcuni i casi i 10 cm., soprattutto nella parte centrale. L’altro aspetto che preoccupava il professore era la corrosione dei materiali metallici che secondo le sue valutazioni in tutto questo tempo non sono stati protetti adeguatamente. L’unica soluzione a giudizio del professore è dunque la chiusura.

Ma la chiusura provocherebbe pesanti conseguenze sul traffico della zona che si riversa quasi interamente sulla Roma-Fiumicino. Una delle soluzioni alternative prospettate ben prima delle denuncia sullo stato del ponte si intreccia con le opere previste con il nuovo stadio della Roma. Al ponte della Magliana dovrebbe essere affiancato il ponte dei Congressi, realizzando un sistema infrastrutturale ad anello. Il ponte malato condurrebbe a Fiumicino e diventerebbe di quattro corsie mentre il secondo più moderno condurrebbe verso Roma. La delibera è stata approvata in aprile in consiglio comunale, ma oggi il clima è cambiato. Le opposizioni, dal Pd al neonato gruppo consiliare della Lega, chiedono che la sindaca riferisca in aula sullo stato del ponte della Magliana. Il comune per allontanare il panico fa sapere in una nota che per il ponte sono stati messi a bilancio nel 2018 oltre due milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria. Il preside di Ingegneria della Sapienza, Antonio D’Andrea, esclude la possibilità di crolli: «Il ponte è stato sottoposto nell’ultimo anno ad accurate indagini dal professor Braga, docente della Sapienza in pensione, sono state fatte anche le verifiche di “fatica”». I residenti non sono comunque tranquilli e lamentano che persino il viadotto della Magliana, costruito negli anni ottanta, versi in stato pietoso. «Dall’alto spesso cadono calcinacci anche di grandi dimensioni» raccontano.