Le elezioni presidenziali in Repubblica Ceca, che si tengono oggi 13 dicembre e domani, si preannunciano una sfida a tre con occhi puntati sul risultato dell’ex premier e attuale capo dell’opposizione Andrej Babiš. I partiti del governo di centrodestra hanno invece preferito non schierare un proprio candidato.

Senza rappresentanza la sinistra dopo la rinuncia all’ultimo momento del capo dei sindacati Josef Stredula.

SECONDO GLI ULTIMI SONDAGGI, la cui pubblicazione è vietata da martedì, i favoriti al primo turno sono tre. È data come quasi certa la partecipazione al secondo turno, che si terrà a fine gennaio, dell’ex premier, miliardario e padrone di diversi media cechi Andrej Babiš. A sfidarlo dovrebbe essere uno dei due candidati civici – l’ex generale e capo del comitato militare della Nato Petr Pavel o l’ex rettrice dell’Università agraria Mendel di Brno Danuše Nerudová.

I due candidati civici puntano su una retorica anti Babiš pur avendo profili diversi. Con il proprio slogan «Calma e ordine» l’ex generale Pavel punta sulle sue competenze nel campo della difesa in un’atmosfera elettorale influenzata dalla guerra in Ucraina. Come ex rappresentante della Nato, Pavel rappresenta la linea dura verso la Russia condivisa tra l’altro dal governo. Inoltre Pavel è il rappresentante di una destra atlantica, che punta soprattutto su un elettorato conservatore. L’ex generale ha tuttavia qualche difficoltà legata al suo passat: prima del 1989 era stato selezionato per un corso di spie militari, che il regime comunista intendeva mandare in Occidente.

NERUDOVÁ INVECE PUNTA su un profilo più liberale. Se venisse eletta, sarebbe il primo presidente donna nella storia della Repubblica Ceca e della Cecoslovacchia. Come Pavel la candidata non ha nessuna esperienza precedente in un incarico elettivo. Il marito della Nerudová è inoltre socio in uno degli studi legali più influenti nel paese. Questo suscita timori per un eventuale conflitto d’interesse avendo il presidente un ruolo importante ad esempio nella nomina dei giudici costituzionali.

Andrej Babiš (Ap)

Questa settimana sono arrivate una serie di buone notizie per Babiš, che era sembrato in affanno negli ultimi tempi. Il tribunale di Praga lo ha prosciolto dalle accuse di aver usufruito in maniera non appropiata fondi europei per la costruzione di un resort di lusso. Martedì il candidato del movimento “Ano 2011” è stato ricevuto dal presidente francese Emmanuel Macron e poi dal più noto scrittore ceco in vita, Milan Kundera, che vive a Parigi. Alcuni anni fa Kundera ha riottenuto la cittadinanza ceca grazie all’interessamento dell’ex premier.

A FAVORIRE BABIŠ potrebbe essere anche la rinuncia del candidato della sinistra e capo della confederazione sindacale Cmkos. Stredula ha annunciato la rinuncia domenica, dopo una corsa presidenziale molto incerta. Secondo i sondaggi raccoglieva il consenso di circa il 4% degli elettori, che ora potrebbero optare proprio per Babiš. Il capo dei sindacati ha espresso il sostegno alla Nerudová, che poco prima della dichiarazione aveva detto di aver sempre votato a destra.

Il governo di centrodestra del premier Petr Fiala ha mantenuto un profilo molto basso sostenendo più di un candidato. La popolarità dell’esecutivo è molto bassa soprattutto a causa dei ritardi negli aiuti per il caro vita e il rialzo delle bollette. Una parte della popolazione è inoltre sempre più scettica sulla linea dura del governo nel conflitto in Ucraina, come indicano il calo di sostegno alle sanzioni contro la Russia o all’invio delle armi a Kiev.

Il vincitore della corsa andrà a sostituire l’attuale presidente Miloš Zeman, che aveva vinto le prime due elezioni dirette nel 2013 e nel 2018. Durante i suoi dieci anni di mandato Zeman ha spinto le pratiche costituzionali verso un regime presidenziale e ha favorito i rapporti con la Cina e la Russia. Dopo l’invasione in Ucraina è tuttavia diventato uno dei più forti critici del regime di Vladimir Putin.

ZEMAN HA SOSTENUTO MOLTO anche il gruppo di Visegrad, che negli ultimi tempi è tuttavia fortemente diviso sulla questione del conflitto tra Russia e Ucraina. Con Zeman andrà forse in pensione anche uno degli ultimi piani del presidente – il trasferimento dell’ambasciata della Repubblica Ceca in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme.