Quasi trent’anni dopo il «sacro prato» di Pontida registra trionfalmente la mutazione genetica della Lega. Non è più il Carroccio di Bossi ispirato al giuramento del 1167 contro Federico Barbarossa. E nemmeno la Padania pronta alla secessione, al federalismo o almeno all’alternativa a «Roma ladrona». Ed è sparito il Nord dal simbolo che ispirava i «barbari sognanti» di Bobo Maroni, i sussidiari di Flavio Tosi e i riformisti di Roberto Cota. La Lega – per altro concepita, in origine, come Liga Veneta a Recoaro Terme nel 1979 – oggi è quella di Salvini Premier, con il blu al posto del...