Non chiamatela la Leopolda di Parma, bensì la Ducale. A Federico Pizzarotti e ai suoi che l’hanno organizzata piace di più e soprattutto non dà l’impressione di voler creare un contro movimento. Per sapere se poi sarà davvero così oppure no basterà aspettare qualche ora, quando l’Open Day organizzata per oggi dal sindaco forse più amato e più odiato dal popolo a cinque stelle entrerà nel vivo. Una cosa, però, è sicura: da domani tutto si potrà dire di Pizzarotti tranne di aver fallito l’appuntamento. Già da giorni, infatti, la sala dove si svolgerà l’iniziativa politica «aperta a tutti gli attivisti del M5S» è strapiena: 400 le persone accreditate e altre 150 respinte per mancanza di spazio o in lista di attesa. Un evento che lungo il triangolo Genova-Milano-Roma è atteso con preoccupazione da Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio e i cinque fedelissimi eletti a direttorio dal duo fondatore. Con preoccupazione, ma sotto sotto anche con la speranza che Pizzarotti faccia un passo falso – magari annunciando la nascita di una propria corrente – per dare avvio alle procedure di espulsione che, nel suo caso, sono in bilico ormai da mesi. Ecco, l’appuntamento di oggi sarà anche questo: una sottile e non dichiarata partita a scacchi tra «Capitan Pizza» e Grillo, in cui ognuno dei due contendenti farà le sue mosse con cautela e sperando che l’altro commetta un errore.
Si comincia alle 10 in diretta streaming, quella che una volta era la caratteristica Doc del M5S poi abbandonata da Grillo e compagnia. Saranno presenti amministratori locali, attivisti e dissidenti. In forse la partecipazione del sindaco di Livorno Filippo Nogarin (« ci sto pensando»), mentre è assicurata quella del primo cittadino di Pomezia Fabio Fucci. Il sindaco di Assemini, in Sardegna, invece non ci sarà ma aderisce all’iniziativa. E poi, ovviamente, i dissidenti. Da Occupypalco, i contestatori del Circo Massimo di Roma espulsi da Grillo, a tanti attivisti, ai consiglieri della Toscana in uscita dal Movimento. Ma anche parlamentari. E’ attesa la presenza di almeno una quindicina di deputati e senatori, tra quali Mara Mucci, Giulia Sarti. Walter Rizzetto, Aris Prodani, Tancredi Turco, Gessica Rostellato, Marco Baldassarre. Tutte voci critiche alle quali si è aggiunto anche l’europarlamentare Marco Affronte. Assente invece, per «motivi personali», Massimo Artini, ultimo espulso insieme alla collega Paola Pinna. «Presentiamo lo statuto della città. Nessuna rottura o nascite di correnti in vista», mettono le mani avanti in Comune.
E così probabilmente sarà. Almeno fino al pomeriggio, quando la discussione diventerà più politica. Allora le speranze di quanti vorrebbero una rifondazione a 5 stelle su valori che a molti sembrano ormai persi, diventeranno più concrete. Il programma prevede una tavola rotonda sul tema «Fare politica in maggioranza» che qualcuno legge con un duplice significato: discutere su come si governa una città, ma anche sul come fare per portare il M5S a essere maggioranza nel Paese. Ed è chiaro che questa secondo livello di lettura guarda non solo all’Italia, ma anche dentro il M5S con tutti i problemi che si porta dietro ormai da mesi. E magari sarà anche l’occasione per fare finalmente una riflessione del perché solo due settimane fa tanti elettori lo hanno abbandonato in occasione delle regionali in Emilia Romagna e Calabria. Nervo ancora scoperto, tanto che uno degli uomini più vicini a Pizzarotti come Marco Bosi, capogruppo M5S in Comune, non ha fatto certo mistero della sua delusione per l’assenza di autocritica da parte dei vertici del movimento.
Vertici che fanno finta di snobbare quanto accade a Parma, concentrati come sono sulle vicende giudiziarie romane. Ma un orecchio, c’è da giurarci, sarà ben aperto in direzione della città ducale, dove un sindaco che dice di non temere espulsioni o richiami di alcun genere gioca oggi la sua partita.