Oggi il presidente della Camera Roberto Fico farà un secondo giro di incontri con le delegazioni parlamentari per verificare la possibilità di formare un governo. La sua missione è quella di esplorare la strada che porta i 5S verso il Pd, mentre il capo politico Luigi Di Maio tiene ancora i canali diplomatici aperti con Salvini.
Il mondo 5Stelle è in fibrillazione non solo perché il percorso verso il governo resta accidentato ma anche perché potrebbe riaccendersi la competizione tra i due «cavalli di razza», per altro conterranei essendo nati uno a Napoli, Fico, e l’altro, Di Maio, a Pomigliano d’Arco. Dall’alto è arrivata la consegna del silenzio almeno fino a oggi pomeriggio, quando si riuniranno i parlamentari. Sondando gli umori degli esponenti istituzionali pentastellati all’ombra del Vesuvio, la linea ieri era quella concordata: il presidente della Camera porta avanti il mandato esplorativo, la premiership resta a Di Maio per un governo con l’appoggio di chi ci sta sulla base del programma.

Difficile far digerire agli elettori campani un governo con la Lega ma la linea è nessuna preferenza in attesa degli sviluppi. Poi, se il discorso si sposta sul piano personale, allora guardando Roma da Napoli è chiaro che, dei due forni, quello con il Pd è il meno indigesto al Movimento locale, che per altro ha assorbito molto dell’elettorato dem campano. Voci interne ai 5S spiegano: «Pensavamo che si potesse arrivare a un accordo con il Pd, la linea del dialogo con noi che fa capo a Emiliano e Boccia poteva crescere attirando altri pezzi di partito, a cominciare da Martina. Ma vedendo gli hashtag che stanno girando nella galassia dem, pare che la prospettiva si sia fatta più difficile. Così, probabilmente, andremo di nuovo al voto».

Ieri Martina sul possibile accordo con i 5S, ha detto: «Combatto, è una situazione molto particolare. Ci provo fino in fondo». La misura di quanto sia difficile la dà ancora la Campania. Il governatore Pd Vincenzo De Luca mesi fa mostrò addirittura il dito medio ai banchi pentastellati in regione, lunedì ha aperto alla possibilità di un governo nazionale «monocolore giallo», ottenendo subito una replica dal gruppo regionale 5S: «Il rispetto predicato da De Luca noi lo pretendiamo per le nostre proposte: se non fossero state miseramente bocciate per il solo fatto di provenire dal M5S, avrebbero migliorato la vita dei campani».
Tra i pentastellati partenopei c’è chi ha deciso di farsi comunque sentire via social. I più attivi sono due parlamentari vicini a Fico. La senatrice Paola Nugnes ieri ha scritto su Facebook: «’Vogliono escludere il Nord dal governo’. È l’ammissione che, viceversa, loro vogliono togliere di mezzo il Sud?». Si tratta della seconda presa di posizione dopo l’affermazione di sentirsi «rigenerata» dallo stop alla Lega.

Ancora su Fb è intervenuto il parlamentare Luigi Gallo. Lunedì ha scritto: «È un giorno storico. Per la prima volta un portavoce del M5s è incaricato dal presidente della Repubblica di formare un governo. Avanti tutta Roberto Fico!». Lo stesso giorno ha postato: «Finalmente una proposta interessante e non è un caso che arrivi da una donna. Sandra Zampa, esponente del Pd, afferma in un’intervista alla Stampa: ’Io credo sia giusto oggi che il Pd lasci nascere un governo a 5 Stelle. Con l’astensione, l’appoggio esterno’. E aggiunge: ’Interpelliamo il popolo delle primarie’. Sarebbe la strada della Terza Repubblica, un governo monocolore M5S con appoggio esterno del Pd». Ieri, ancora via social, Gallo ha ribadito: «Finalmente non si parla più di nomi ma di temi che interessano ai cittadini. Il nostro leader è il programma e sarà sempre il programma». Poche righe dove la priorità sono i punti concordati con la base e non la necessità di affidare la guida dell’esecutivo a Di Maio.