Un video risalente a due anni fa, ma diffuso solo ora per ordine di un giudice, mostra ancora una volta la brutalità delle forze di polizia degli Stati Uniti, e ricorda in modo allarmante l’omicidio di George Floyd, come a testimoniare che quella del soffocamento è stata a lungo una prassi comune della polizia Usa, usata in special modo durante i fermi e gli arresti degli afroamericani

Anche questa volta ad essere ucciso è un uomo, il 38enne Edward Bronstein; nei 18 minuti del video lo si vede ammanettato e steso a terra dagli agenti, che iniziano a premere con le ginocchia sulla sua schiena per fargli un prelievo di sangue, e non si fermano neppure quando l’uomo inizia a gridare di essere pronto a farlo volontariamente. Poco dopo Bronstein comincia a ripetere le stesse parole di Floyd: “I cant’ breathe”, non riesco a respirare, prima di perdere conoscenza per 3 minuti e morire.
Nel video si vede che l’uomo chiede per almeno 12 volte in trenta secondi di poter respirare, ma gli agenti non lo ascoltano e continuano con il prelievo di sangue anche dopo che Bronstein ha perso conoscenza; solo dopo 11 minuti di silenzio da parte dell’uomo si accorgono che respiro e battito non ci sono più, e provano a praticare un massaggio cardiaco, senza successo.
La famiglia della vittima ha intentato una causa federale contro gli agenti, accusandoli di uso eccessivo della forza e violazione dei suoi diritti civili. La famiglia chiede anche che gli agenti siano accusati penalmente dal procuratore distrettuale della contea di Los Angeles, dove è avvenuto l’omicidio.
“A mio avviso, gli agenti hanno dimostrato un insensibile disprezzo per il valore della vita umana e le loro azioni dovrebbero essere indagate come potenziali condotte criminali” ha dichiarato alla Cnn Philip Stinson, professore di legge penale alla Bowling Green State University che studia il comportamento e la cattiva condotta della polizia. Stinson ha inoltre affermato che i pericoli di queste manovre di soffocamento sono ben noti, ma in questo caso gli agenti hanno agito per far sembrare che “il loro fosse un evento di routine per la polizia, e che se avevano immobilizzato una persona a faccia in giù, era al fine di ottenere ciò che volevano”. I loro commenti registrati nel video sembrano indicare la forma mentis di qualcuno che vuole “dare una lezione, come a dire: se non hai intenzione di fare ciò che vogliamo, te lo faremo fare duramente e in un modo che sarà doloroso per te – ha detto Stinson, che ha esaminato il video su richiesta dell’Associated Press – Alla fine sembrava che stessero trattando l’incidente come se l’uomo stesse fingendo di essere privo di sensi. Per molti, molti minuti non è sembrato che gli agenti comprendessero che c’era un’emergenza medica”
L’ufficio del coroner della contea di Los Angeles aveva archiviato la causa della morte di Bronstein come “intossicazione acuta da metanfetamine durante la contenzione da parte delle forze dell’ordine”, ma da quando il video è stato reso pubblico la copia del referto dell’autopsia non è risultata disponibile.
Un portavoce dell’ufficio del procuratore distrettuale della contea di Los Angeles ha affermato che “la questione rimane in fase di revisione”.
Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, nel settembre 2021 aveva firmato una legge per vietare alla polizia di utilizzare determinate prese che avevano già portato a più morti non intenzionali; la legge era stata approvata dopo la morte di Bronstein e aveva lo scopo di allargare il divieto di usare tecniche di soffocamento già in vigore in California, e approvato sulla scia dell’omicidio di Floyd.
“Quando la nazione era in subbuglio per la tragedia di George Floyd, non avevamo idea che fosse successo anche al signor Bronstein”, ha detto Luis Carrillo, un avvocato della famiglia della vittima. Che ha fatto causa ad una decina di poliziotti contestando chiaramente anche l’autopsia e la sua attribuzione della morte dell’uomo a una intossicazione acuta di metanfetamine.  “Bronstein come molti altri era terrorizzato dagli aghi – ha detto Carrillo – per questo inizialmente cerca di evitare il prelievo di sangue, ma se i poliziotti lo avessero ascoltato quando gridava di volerlo fare volontariamente ora non sarebbe morto”.