Lamezia resta a destra. Sarà ballottaggio tra le due destre il 24 novembre. Passa, in testa al traguardo del primo turno, l’ex sindaco Paolo Mascaro, a capo di una “civica”, infestata da vecchi arnesi e soliti noti.

Mascaro era il sindaco defenestrato dal decreto di scioglimento. Le sentenze delle supreme corti avevano messo nero su bianco che la sua amministrazione comunale era pesantemente condizionata dalla ‘ndrangheta. Per lui i giudici non avevano, però, sentenziato la incandidabilità. E Mascaro non ci ha pensato un attimo. Ha raccolto un pugno di liste e ieri si è preso la sua rivincita con il 38,2%. Almeno per ora. A contendergli lo scranno di primo cittadino il promoter musicale. Ruggero Pegna (28,9%%), sostenuto da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Udc, ma sconfessato dalla Lega, che non gli ha perdonato qualche vecchio post contro Salvini e che non ha presentato la sua lista.

Alle loro spalle, il Pd di Eugenio Guarascio, presidente del Cosenza e imprenditore della raccolta rifiuti si ferma al 18,4%. I dem sono i veri sconfitti di questa tornata per la scelta suicida di non coalizzarsi. Bene la sinistra di «Lamezia bene comune» che con Rosario Piccioni sfonda il tetto del 10%. L’eredità di Gianni Speranza, il sindaco della primavera di Lamezia, riparte dunque da una buona base. I grillini si fermano sotto il 5% e non entrano in consiglio. Ma non c’è da meravigliarsi: a tutte le amministrative in Calabria sinora hanno fatto flop. L’ex Casa Pound, Stefano Cristiano, non va oltre il 4%. Lui sperava nei voti leghisti in libera uscita. Ma evidentemente il 15% della Lega alle ultime Europee si è diretto verso Mascaro o verso il non voto, altro protagonista di giornata con un’astensione record al 47%.

Si va al ballottaggio anche ad Isola di Capo Rizzuto, dove a sfidarsi saranno Maria Grazia Vittimberga, vicina a Renzi, e Maurizio Piscitelli, storico esponente del centrodestra, ex consigliere di maggioranza. Bene anche in riva allo Jonio la sinistra fuori dal Pd che con Raffaele Gareri ottiene un lusinghiero 22,5%. A Cassano allo Jonio, nel cosentino, Gianni Papasso, sindaco dell’amministrazione sciolta per mafia, torna ad infilarsi la fascia tricolore. Marina di Gioiosa sceglie come sindaco l’avvocato Geppo Femia, a capo della lista «Mdgj 2025», una data che corrisponde alla fine naturale del mandato ed è auspicio e voluta provocazione in un Comune che viene da due scioglimenti per mafia. «La criminalità – aveva detto Femia alla stampa locale nel presentare la propria candidatura – non si combatte con la repressione. Ci faremo promotori di una proposta per abrogare la legge che disciplina lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose».

Ci sono due nuovi sindaci anche nel catanzarese. A Petronà si afferma l’ex sindaco Vincenzo Bianco, mentre a Cropani vince per una manciata di voti Raffaele Mercurio. Tornano i commissari invece a Brancaleone. Nel paese dove venne confinato Cesare Pavese, il candidato sindaco di «Brancaleone Bene Comune», Silvestro Garoffolo, non ce l’ha fatta. L’affluenza alle urne, infatti, si è fermata sotto il 50% (il dato ufficiale è 49%). Ricordiamo che il comune venne sciolto per infiltrazione mafiosa e sarà nuovamente commissariato in attesa di nuove elezioni.