Sono cinque gli «investigatori» appena arrivati nell’oasi di Ghat, nel Fezzan libico, per cercare di intessere i nodi che portino alla liberazione dei tre tecnici della ditta Conicos di Mondovì, due italiani e un canadese, rapiti lunedì scorso mentre si recavano al lavoro sulla strada tra Ghat e Tahala.

Ma secondo il sito arabo Al Wasat sarebbero già in procinto di lasciare la zona. Non perché abbiano trovato una traccia che li conduce altrove ma perché impossibilitati a condurre le indagini per la scarsità dei mezzi a loro disposizione, in particolare per la mancanza di benzina e di Jeep.

Per il sito sarebbero «rimasti sorpresi per la scarsa importanza data dalle autorità libiche al caso del sequestro dei tre stranieri», una lamentela questa che già nei primi giorni dopo il sequestro aveva avanzato anche il sindaco di Ghat, Muhammad Qomani Saleh, rimproverando il governo di Tripoli – al quale comunque fa riferimento – di scarsa attenzione per il caso.

La denuncia di non aver dato neanche una dotazione minima di carburante e autoveicoli alla squadra italiana in un momento così delicato della vicenda appare incredibile. Alla Farnesina, trincerata nella linea del «massimo riserbo» però non c’è modo di ricevere una smentita secca. L’unico abilitato a parlare pare sia il ministro Paolo Gentiloni, il quale da New York – dove ancora ieri si trovava – ha smentito personalmente lo stesso sito Al Wasat che riportava il sospetto del portavoce del generale Haftar che ci fosse Al Qaeda dietro il rapimento dei tre occidentali.

Il generale Belqasim Khalifa Haftar – che continua a i raid aerei sulla città di Derna all’interno della sua operazione Dignity contro l’Isis e i qaedisti come Mokhtar Belmokhtar, segnalato proprio a Derna un anno fa dall’intelligence francese – evidentemente vorrebbe avere voce in capitolo anche su questo rapimento, magari come argomento in più da mettere sul tavolo di una trattativa politica per un suo possibile riavvicimanento alle autorità di Tripoli, dopo che il premier riconosciuto internazionalmente Fayez al Sarraj , dopo il vertice con Gentiloni e Kerry a New York, ha detto di voler «dialogare con tutti» per un nuovo governo «di riconciliazione nazionale».

Ieri intanto le milizie di Misurata che combattono a Sirte contro l’Isis hanno ucciso un cecchino sudanese dopo aver però perso otto uomini e con oltre 50 feriti.