Dopo il licenziamento di venerdì a Taranto, ieri altri tre iscritti alla Fiom sono stati licenziati a Genova Cornigliano da ArcelorMittal Italia. Il clima nelle acciaierie si fa pesante proprio alla vigilia dell’ingresso nel capitale di Invitalia e dunque del settore pubblico.
I lavoratori sono accusati di aver «di aver sottratto materiale all’azienda (materiale obsoleto che era e rimane ancora nei locali aziendali), di aver introdotto beni nell’azienda che non ci sarebbero dovuti essere, dalla macchinetta del caffé alla lavatrice e per altri di aver commentato su un gruppo privato di whatsapp queste operazioni “offendendo” il direttore».
«La decisione di ArcelorMittal dimostra ancora una volta che i licenziamenti sono diventati il provvedimento disciplinare privilegiato dalla multinazionale – commentano la segretaria generale Francesca Re David e il segretario nazionale Gianni Venturi – . Nella situazione in cui si trova l’ex Ilva, questa modalità, sempre inaccettabile, rischia di assumere i caratteri di una vera e propria campagna intimidatoria verso lavoratori e sindacati che hanno denunciato una condizione degli stabilimenti diventata insostenibile. Si sono fermati gli investimenti – aggiungono -; si è azzerata la manutenzione; sono aumentati i rischi per la sicurezza dei lavoratori; per non dire della crescente insicurezza che circonda le prospettive industriali, occupazionali e del nuovo assetto societario del gruppo. Oggi la risposta immediata dei lavoratori di Genova è una reazione necessaria, che chiama in causa, oltre alle responsabilità di ArcerlorMittal, anche i ritardi e i silenzi del governo».
A Genova i lavoratori hanno deciso uno sciopero di due ore a rotazione di tutti i reparti dello stabilimento a Cornigliano da qui a venerdì e blocco a oltranza del varco dall’aeroporto.
A Taranto invece le rsu unitarie Fim, Fiom e Uilm hanno deciso «in assenza di un’apertura di un tavolo di trattativa che dia risposte definitive a migliaia di lavoratori saremo costretti ad intraprende forti azioni di lotta che potrebbero determinare seriamente il fermo degli impianti». Fim, Fiom e Uilm sollecitano al governo la convocazione di «un tavolo di confronto che metta al centro, a partire dai lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, la questione del lavoro, del salario e della prospettiva ambientale e industriale del sito di Taranto».
Continua la protesta anche dei lavoratori della Whirlpool di Napoli che ieri mattina hanno occupato l’aeroporto di Capodichino. «È necessario che il governo convochi urgentemente un tavolo per convincere la multinazionale a riprendere la produzione, in considerazione del boom del mercato degli elettrodomestici»