Nel 1974 Cortina d’Ampezzo ha contribuito alla nascita del comprensorio Dolomiti Superski e oggi fa parte di uno dei 15 caroselli sciistici più importanti d’Italia, con 450 impianti di risalita per oltre 1200 km di piste.

Il 2020 segna l’inizio della marcia di avvicinamento ai Giochi del 2026 che la cittadina veneta si è aggiudicata insieme a Milano: Cortina ospiterà infatti a marzo le finali di coppa del mondo di sci alpino, una sorta di test event per i mondiali di categoria del febbraio 2021. Cinque anni più tardi le olimpiadi invernali porteranno fra i monti pallidi sci alpino femminile, curling, bob, slittino e skeleton. I Giochi sono l’occasione per garantire ulteriori introiti all’economia della zona, oltre a rinnovare impianti sportivi e infrastrutture esistenti.

NON BISOGNA DIMENTICARE L’ESPERIENZA DI TORINO 2006, che ha lasciato in Piemonte una pesante eredità in termini di costi residui e impatto ambientale. Le Olimpiadi di 14 anni fa hanno visto 165 milioni di euro di investimenti in impianti, 1,6 miliardi in strutture con un costo totale di 4 miliardi. Oggi Sestrieres spa – la principale società di impianti della zona – ha in gestione piste e impianti con concessioni gratuite o dall’importo ridotto, a fronte di guadagni nell’ordine dei 3 milioni di euro l’anno nell’ultimo decennio. Eppure infrastrutture costruite ad hoc, come il trampolino per il salto e la pista da bob sono in rovina, con costi di mantenimento a carico del contribuente.

Cortina e Milano devono perciò – innanzitutto come condizione richiesta dal comitato olimpico internazionale – evitare di ripetere gli stessi errori e proporre Giochi sostenibili sia sul piano dell’impatto ambientale che dell’eredità post olimpica. La commissione internazionale per la protezione per le Alpi in una ricerca di qualche anno fa aveva stabilito che il 75% circa delle emissioni di CO2 legate al turismo invernale sono infatti legate ai trasporti.

TRA MILANO E CORTINA PERO’ LE SPESE PER I GIOCHI hanno già superato il miliardo di investimenti previsti. Solo nella cittadina veneta il palazzetto del ghiaccio sarà rinnovato e sul vecchio tracciato della pista da bob sarà costruita una nuova pista. Sarà sostituita la funivia che porta dal centro di Cortina d’Ampezzo a Col Druscié: la cabinovia avrà una nuova stazione intermedia. Per la ski area Cinque Torri è stata costruita la nuova cabinovia Pocol-5 Torri con una portata oraria di 1800 persone l’ora e realizzata la pista Lino Lacedelli per la gare di qualificazioni ai mondiali. È stata prevista la realizzazione di un nuovo piccolo bacino di innevamento da 20mila metri cubi. I tracciati delle piste Olympia a Rumerlo e Vertigine sulla Tofana sono state riviste secondo i moderni standard, con ampliamenti che hanno implicato taglio di bosco e sbancamento di terreni. Secondo l’associazione PerAltreStrade, sommando anche gli interventi sulle piste A e B del Druscié, si arriva a 27 ettari di riduzione della superficie boscata. Le relative emissioni di CO2 vengono stimate in 100 quintali/ettaro per il carbonio organico immagazzinato nel suolo e circa 50 quintali/ettaro per la massa legnosa rimossa. Senza conteggiare le emissioni per i cantieri si possono quindi stimare 4mila tonnellate di CO2 emesse.

UN NUOVO BACINO DI INNEVAMENTO DA 96 MILA metri cubi è stato realizzato nella zona del col Drusciè, mentre in vista dei Giochi ci sarà un intervento urbanistico in località Fiames, dove sorgerà il villaggio olimpico. È previsto inoltre il completamento della circonvallazione di Cortina. Il tracciato del nuovo bypass sarà parzialmente in sopraelevata e andrà a implementare il piano viario volto a garantire l’accesso al villaggio destinato ad atleti, accompagnatori e media.

Agli ultimi Giochi atleti e staff tecnico contavano 6mila unità, a cui bisognava aggiungere altri 3mila addetti ai lavori tra media, volontari e professionisti al servizio dell’organizzazione. Se è vero che per le prossime Olimpiadi la comunità sarà distribuita su tre distinti villaggi, anche solo un terzo del totale considerato va a raddoppiare la pressione antropica residente. Il completamento delle opere nei paesi vicini – inizialmente calendarizzato entro i mondiali 2021- sarà rimandato al futuro. Il potenziamento della statale Alemagna prevede la realizzazione delle circonvallazioni di Longarone, di Tai, Valle e San Vito di Cadore. È stato proposto anche il prolungamento della A27 a monte di Longarone stessa. L’insieme degli interventi – costo 230 milioni – andrà a beneficio dei paesi attraversati, ma il traffico andrà a scaricarsi poi su Cortina.

GIORGIO DA RIN E’ CAPOGRUPPO PER L’OPPOSIZIONE in consiglio comunale. Pur favorevole alle Olimpiadi, sottolinea alcuni aspetti che ritiene non vadano persi di vista: «I mondiali e i Giochi devono essere un’occasione per la realizzazione di opere utili alla comunità. Invece la circonvallazione è in grave ritardo e arriverà dopo la manifestazione. In tema di viabilità volevamo il passante in località Zuel e invece non è stato fatto. In più sul tema villaggio olimpico il nostro protocollo invitava a realizzare un 35% di edilizia permanente a vantaggio dei residenti, perché ormai a Cortina il 70% degli immobili è di proprietà esterna. Invece si utilizzeranno dei prefabbricati con un costo non indifferente, e non è stato possibile recuperare edifici presenti. Abbiamo 5 hotel dismessi, ma il villaggio olimpico tra i requisiti impone un certo grado di concentrazione che non avremmo potuto garantire». Da Rin ritiene invece che il processo democratico sia stato rispettato nel coinvolgere la popolazione: «Sui mondiali è stato istituito un referendum e il 70% si è espresso per il sì. In fase di candidatura olimpica invece il nostro consiglio comunale si è espresso a favore. Maggioranza e opposizione in accordo. Il comitato per il referendum si sarebbe potuto muovere prima, invece che chiedere la consultazione all’ultimo momento, quando la candidatura era ormai sul tavolo».