Il buchetto di bilancio c’è, inutile girarci intorno. Per l’informazione libera e senza padroni servono soldi. Ma una volta tanto la toppa è migliore del buco. Elegante. Color blu notte, con una scritta liberty – Bella e possibile – e un taglio fico anche per le girls, perché una t-shirt da donna deve vestire comme il faut, altrimenti è uno straccio di pigiama. Costa 20 euro ma non si vende, è solo per gli ascoltatori di Radio Popolare.

A patto che drizzino le orecchie, si rendano conto che la crisi morde anche chi si sforza di raccontarla ogni giorno e poi facciano un salto alla radio (via Ollearo 5, Milano) per un aperitivo solidale. Un’occasione ghiotta per dare il volto a una voce, chiacchierare con in mano un bicchiere, straparlare fuori dal microfono aperto (e sganciare 20 euro). La chiamano campagna di sottoscrizione straordinaria, con un fashion-gadget annesso per i più generosi.

«L’Italia è in mutande, Radio Popolare in maglietta», scherza Massimo Bacchetta, il direttore che affronta il «suo» buco da 270 mila euro con più verve di Letta (Enrico)- «la crisi tocca tutti, c’è chi la subisce e chi vuole affrontarla».

Effettivamente in questi giorni in radio tira un’aria più frizzantina del solito, con le redattrici e i redattori che si sono rimboccati le maniche (e tolti le scarpe) per dipingere il muro del cortile, senza fare troppo gli schizzinosi – come direbbe la Fornero. Sono in contratto di solidarietà per un anno, si decurtano lo stipendio del 20%. «E’ il nostro modo di investire sul futuro, vogliamo durare altri 37 anni», dice Bacchetta.

Come sempre, se sollecitati, gli ascoltatori rispondono. Telefonano, si lamentano, si gasano e ogni sera si aperitivizzano nel cortile imbiancato, adornandosi con quell’aria spensierata di chi finalmente si ritrova tra simili. La ragione di questo successo è elementare: chi ha il cuore che batte a sinistra non sa più dove sbattere la testa. E Radiopop rimane uno dei canali imprescindibili dell’informazione di sinistra. Magliette a parte, non mancano altre occasioni per metterci una toppa: flashmob a sorpresa, anche in provincia, il 7 maggio concerto con i Ministri e Manuel Agnelli all’Oca, il 12 concerto per piano su un tram itinerante.

Bello, e il tutto viene via con 20 euro. Possibile?