Aida è una bambina di tre anni. Viaggia seduta sul suo seggiolino agganciato alla bicicletta di papà, Davide Pavan, giovane consigliere comunale di Azzano X (nell’ex provincia di Pordenone), che pedala a fianco di mamma Valentina. Lungo il tragitto, Aida è felice e allarga spesso le braccia, come se avesse l’impressione di volare. A volte si addormenta, appoggiando la testolina su un morbido cuscino. Altre volte, il suo sguardo sbuca dallo zaino rosa e azzurro, a forma di farfalla, legato allo schienale: scruta indietro verso i compagni di avventura che pedalano insieme alla sua famiglia e saluta sorridendo, luminosa.

TUTTI INSIEME, UNA QUARANTINA di persone, attraversano città, piste ciclabili e strade secondarie, accanto a fiumi e vigneti. Casualmente, la piccola mascotte ha lo stesso nome di AIDA-Alta Italia D’Attraversare: il nuovo itinerario, promosso da Fiab – Federazione Italiana Amici della Bicicletta onlus – che il gruppo sta inaugurando. Se Milvio Lucà, 83 anni, è l’atleta con più esperienza, Aida è invece la ciclista junior della Bicistaffetta Est, partita da Trieste il 22 settembre e diretta a Verona dove ha incontrato, dopo 6 giorni, la Bicistaffetta Ovest che ha preso il via contemporaneamente dalla Val di Susa. L’Extraterrestre ha voluto percorrere in sella alcune tappe di un tragitto lungo nel complesso 930 km.

IL PRIMO INTENTO DELLA BICISTAFFETTA è la valutazione del percorso. Usufruendo di tratti già strutturati, la sua realizzazione avrebbe dei costi ridotti, non paragonabili a quelli necessari per creare una ciclovia ex novo. «Abbiamo messo insieme quello che già esiste e quello che le regioni hanno pianificato e in parte finanziato – spiega Antonio Dalla Venezia, responsabile dell’area cicloturismo di Fiab – la nostra idea è che AIDA possa unire anche le regioni estere. Da una parte la Francia, con cui la Val di Susa ha stipulato una convenzione; dall’altra la Slovenia, che necessita del collegamento tra Trieste e la zona del confine di Muggia».

MA IL PROPOSITO DELLA ONLUS, pur valorizzando le bellezze naturali e architettoniche di ogni singola città, non è solo cicloturistico. «Questa è una ciclovia che mette in luce una criticità – osserva Valerio Montieri, membro del comitato scientifico di Bicitalia, la rete delle ciclovie italiane nata da Fiab – quella del collegamento tra la grande corona della città fino ai paesi che potrebbero essere connessi per lo spostamento casa/lavoro con la bicicletta. Con la stessa infrastruttura possiamo soddisfare sia il cicloturismo di piccola e lunga percorrenza, sia l’accesso alla porta della città. Abbiamo a cuore la qualità di vita dei centri e ormai abbiamo capito che dobbiamo riappropriarci dello spazio urbano».

AIDA rappresenta l’itinerario n.20 di Bicitalia. Un filo, in buona parte pianeggiante e «in sede propria», che lega 9 beni patrimonio dell’Unesco e 12 città principali: Trieste, Udine, Pordenone, Treviso, Mestre, Padova, Vicenza, Verona, Brescia, Milano, Novara e Torino, fino al piccolo colle del Moncenisio. In occasione della Bicistaffetta, Fiab ha fissato più di 30 incontri con amministratori locali e con diverse realtà associate.

DALLA PARTE EST, SI INIZIA VISITANDO il Castello di Miramare a Trieste, passando per Villa Manin (Ud), lungo il fiume Tagliamento, ma anche immersi nella zona di Casarsa, nei luoghi d’origine di Pier Paolo Pasolini. E poi, in Veneto, si pedala vicino ai fiumi Sile, Brenta e Bacchiglione, seguendo il sistema ciclopedonale regionale Green Tour e ammirando le ville storiche e le vigne del Gambellara. Da Ovest, invece, da Susa si scende fino a Torino. Si corre lungo il Canale Cavour, incontrando risaie e sifoni. Si raggiungono Vercelli e Novara, il Parco del Ticino e il Canale Villoresi che porta a Milano, fino al Duomo. Si arriva a Brescia seguendo la Martesana, un’occhiata verso il Lago di Garda, per poi puntare dritti a Verona.

NEL VIVACE SERPENTONE CHE DA EST percorre AIDA risuonano tanti accenti diversi, in un continuo scambio di pratiche e opinioni. Luca Mastropasqua è il presidente Fiab-Ulisse Trieste. «La nostra è una pedalata militante – dice – ci sono degli impegni da rispettare. Non portiamo un pezzo di carta, siamo un gruppo di persone che sostengono un’iniziativa che pur rispettando l’ambiente, è in grado di sostenere lo sviluppo economico delle regioni che attraversa». Anche Clara Comelli è partita dal capoluogo giuliano e fa parte del direttivo Fiab della sezione triestina. Il suo contachilometri, arrivati all’ultimo giorno, indica la cifra 473. E’ entusiasta dell’esperienza, ma non risparmia una nota stonata. «Ho rilevato poca attenzione nei confronti dell’ambiente per l’uso disinvolto della plastica da parte di alcune associazioni che ci hanno accolto – osserva – mi sarei aspettata un approccio improntato a una visione ecologista».

E POI C’E’ MARINA BURATTI, PRESIDENTE della sezione Fiab di Abbiategrasso, che assieme ai soci di Abbiateinbici, da 10 anni conta i numerosi passaggi delle biciclette nel centro storico: hanno stimato che, in media, a ogni automobile corrispondano dieci pedoni o ciclisti. Nonostante questo, sottolineano, l’amministrazione comunale è rimasta molto silenziosa. «Il vero impatto del traffico viene però sottovalutato – scrivono nella relazione del 2018 – non si dà peso alla quantità di spazio che le auto – in sosta, in movimento o in coda – sottraggono alla collettività, mentre la bici non ingombra e restituisce spazio e vivibilità alle persone». Ma a pedalare senza tregua ci sono anche altri rappresentanti provinciali di Fiab, come Ciclobby Fiab Milano, Ciclamino Fiab Matera, Aruotalibera di Pordenone, Amici della bicicletta di Siena, Ruotalibera di Roma, Amici della Bicicletta di Genova, Ciclocittà di Varese, Pedaliamo insieme e Bici & Dintorni di Torino.

Nel caldo pomeriggio del 28 settembre, piazza Bra di Verona si tinge all’improvviso di giallo, il colore delle bandiere di Fiab. Le due Bicistaffette si incontrano festanti e il primo sopralluogo ufficiale di AIDA è concluso. I ciclisti della «Ovest» hanno macinato qualche chilometro in più.

«QUESTA E’ UNA POTENZIALITA’ ENORME che può essere messa in campo domani mattina – dice Giulietta Pagliaccio, presidente nazionale di Fiab, che interviene durante l’evento – è un territorio urbanizzato e critico per certi versi ma bellissimo, molto vario, da est a ovest. Si entra in città attraversando un territorio con un patrimonio meraviglioso, di città piccole o medio piccole. Serve l’impegno delle amministrazioni per mettere a sistema e ricucire quello che c’è, un investimento contenuto, in alcuni casi. In questi anni siamo riusciti a dialogare con interlocutori diversi. Oggi c’è sicuramente un amministratore pubblico molto più maturo e disponibile a imparare».

Alla stazione di Verona Porta Nuova, la piccola Aida, seduta vicino ai genitori, attende il treno che la riporterà a casa. Stringe a sé il suo zainetto-farfalla e saluta tutti, sgranocchiando qualche cracker, con la sua espressione allegra e piena di fiducia.