«L’altra volta siamo venuti in autobus, questa volta con le auto di servizio», si fa scappare il sottosegretario all’interno Carlo Sibilia arrivando alla riunione tra la delegazione di governo del Movimento 5 Stelle e il reggente Vito Crimi. Si tratta di discutere dei prossimi passaggi del processo di riorganizzazione del M5S, e del futuro stesso di un soggetto politico che come ormai ammettono tutti con toni e sfumature differenti, è in fase di profonda trasformazione.

«L’ALTRA VOLTA» cui fa riferimento Sibilia, era nell’aprile del 2013: Beppe Grillo aveva convocato i parlamentari grillini alle porte di Roma per cercare di motivare la truppa e impedire che la sua creatura si sfaldasse proprio una volta che la missione di arrivare in parlamento era stata raggiunta. «Questa volta», invece, i grillini si presentano da forza di governo. L’inconsapevole gaffe di Sibilia sulle auto blu parcheggiate sopra il brecciolino dell’agriturismo Cobragor tradisce il mutamento della natura dei 5 Stelle, ormai insediatisi nei palazzi del potere tanto da non accorgersi di rivendicarne gli status che una volta erano simbolo di corruzione. Per Vito Crimi, tuttavia, questo tuffo nel verde e nei campi a nordovest di Roma rivela l’intenzione di ritrovare lo spirito originario: «Si tratta di un ritorno alla nostra natura», dice il «capo politico» pro tempore che ha il compito di traghettare i 5 Stelle verso la nuova dimensione.

Curiosamente, il posto scelto per apparecchiare una tavolata che si compone di 8 ministri e 21 tra vice e sottosegretari ha una storia importante, tutta a sinistra. Cobragor sta per Cooperativa braccianti agricoli organizzati: nell’aprile del 1977 alcuni giovani provenienti da Lotta continua occuparono questi campi durante uno «sciopero alla rovescia» fino ad ottenerne l’assegnazione. Probabilmente questo la squadra di governo grillina lo ignora. Sono preoccupati piuttosto dall’esigenza di trovare la quadra tra le spinte verso l’organizzazione tradizionale e i richiami identitari (e normativi) della piattaforma Rousseau e dell’utopia tecno-digitale che tracciarono ormai più di dieci anni fa Grilllo e Casaleggio. Tutto ciò avviene in un clima che non è di entusiasmo. Di certo si ha la consapevolezza che il fatto di marcare un territorio nuovo e nuove forme di partecipazione hanno rotto la cappa: oggi in molti ammettono apertamente quello che fino a ieri negavano, che non si può continuare fingendo che nel M5S regnava la democrazia diretta e la partecipazione dal basso. Mentre alcunin ministri lamentano un ruolo «eccessivamente politico» dell’Associazione Rousseau presieduta da Davide Casaleggio.

LO SCONTRO CON LA REALTÀ dei fatti viene registrato con preoccupazione dai grillini di governo, assieme alla crescente scollatura tra eletti e quella che una volta si chiamava «base» e che oggi non trova modi per esprimersi e sentirsi partecipe. Ma una linea di frattura è emersa anche in mattinata, quando Crimi ha mantenuto l’impegno di incontrare i 95 consiglieri regionali del Movimento, alcuni in presenza altri in videoconferenza. Una riunione durata circa 3 ore. Prima Crimi ha riproposto le tre opzioni sul campo (voto online per scegliere nuovo capo politico o per eleggere una direzione collegiale oppure Stati generali), poi si sono susseguiti gli interventi. Anche in questo caso, come giovedì scorso nella riunione dei parlamentari, la maggior parte degli eletti si è detta propensa a evitare la scorciatoia del voto su Rousseau per intraprendere un percorso che conduca agli Stati generali. Non che questa strada sia lineare ma, come dice uno dei partecipanti all’incontro, «almeno ha la parvenza di essere inclusiva e di non apparire come l’ennesima votazione preconfezionata».

«MOLTI CONSIGLIERI regionali sono stati propositivi, ma non sono state chiare le conclusioni dell’incontro, né che possibilità di influire avremo in futuro», racconta la consigliera regionale piemontese Francesca Frediani. La riunione non si è riconvocata, né si sa quali saranno i prossimi passaggi. Ma se uno dei presupposti per arrivare agli Stati generali era quello di «coinvolgere i territori», non è ancora chiaro in che termini e con quali strumenti ciò verrà fatto. Ma Crimi, mentre a sera il vertice al Cobragor è ancora in corso, riferisce che «l’indicazione dei ministri 5S è di fare gli Stati generali in tempi rapidissimi».