Qualche defezione era stata messa in conto. Si vocifera che Beppe Grillo non fosse neanche turbato dal privarsi di qualche eletto che considera fuori controllo e inadatto alla nuova fase che intende imprimere al Movimento 5 Stelle. Ma da quando il numero dei no a Draghi al senato, mercoledì in tarda serata, è arrivato a quindici, si è capito che questo non sarà un passaggio indolore. Così, quando ieri mattina il reggente Vito Crimi, il capo politico che gli stessi dissidenti consideravano privo del potere di sanzionare chicchessia, ha annunciato che chi ha votato in difformità con i gruppi sarà espulso. In mezzo a questi ci sono personaggi che da mesi dissentono su quasi tutto (come il deputato Paolo Cabras o il senatore Mattia Crucioli) ma anche volti storici del M5S come il presidente della commissione antimafia Nicola Morra e l’ex ministra del sud Barbara Lezzi.

IL MURO CONTRO MURO si è reso inevitabile quando dai vertici è arrivata la chiusura o ogni posizione sfumata. Davide Casaleggio aveva auspicato che venissero tollerate alcune astensioni e nelle trattative delle ultime ore si invitavano i dubbiosi a non partecipare al voto. Ma alla fine è successo il contrario: anche quelli che non hanno votato, se privi di valida giustificazione subiranno sanzioni disciplinari. L’espulsione, che andrà comunque formalizzata dal comitato dei probiviri del M5S, genera reazioni difformi. Lezzi fa come se Crimi non si fosse pronunciato. Annuncia: «Mi candido a far parte del comitato direttivo del M5S (da cui non sono espulsa)». Crucioli e la senatrice Bianca Laura Granato fanno sapere di essere già intenzionati a lavorare per un nuovo gruppo parlamentare. Morra si appella alle sue ragioni ma non assume un atteggiamento di rottura: «Sono convinto che nel rispetto del diritto si debba accertare quanto avvenuto – spiega – Non mi sono sentito vincolato a un quesito che è risultato non corrispondente alla realtà». E poi: «Chi vuole mettermi contro il M5S sappia che non avverrà mai». Matteo Mantero, che ha votato no e che dissente dai vertici dai tempi dell’alleanza con Salvini, fa sapere che ci tiene a non essere associato ad alcuna corrente interna e che si considera ancora un 5 Stelle: «Mi dovranno togliere con la forza dal M5S . Mi imbullonerò al mio posto».

DALLA CAMERA, mentre si discute la fiducia a Draghi e mentre si contano gli oppositori grillini, arriva un documento di appoggio ai sanzionati: «Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai senatori M5S espulsi da Vito Crimi per aver votato contro la fiducia a questo governo della grande ammucchiata, per essersi astenuti o per non essere stati presenti. La loro espulsione suona anche come un avvertimento nei confronti di noi deputati». Lo firmano i deputati Pino Cabras, Andrea Colletti, Jessica Costanzo, Paolo Giuliodori, Alvise Maniero e Andrea Vallascas. Gli attivisti che la scorsa settimana avevano organizzato il V-Day contro Draghi lanciano «un’azione di sostegno» agli espulsi.

TUTTAVIA, È DIFFICILE dire che ci si trova davanti a una scissione. Piuttosto l’espulsione colpisce un drappello eterogeneo, una riproduzione del M5S in piccolo quanto a differenze e caos interno. Qualcuno confida che Alessandro Di Battista decida di scendere in campo. Ma l’ex deputato proprio nelle ore in cui si consumava la prima rottura, quella al senato, annunciava il suo passo indietro a una chat di attivisti. «Sono uscito dal Movimento – scrive Di Battista nel messaggio che abbiamo potuto leggere – Ce l’ho messa tutta negli ultimi due anni ricevendo attacchi inauditi che chi non vive la vita che vivo io non si può neanche immaginare. Li continuo a ricevere anche adesso che legittimamente decido di non partecipare più a call o riunioni perché voglio fare il mio lavoro. Vivere la mia vita e uscire. Sì, uscire dal Movimento senza dare adito a leggende su ipotetiche leadership di correnti».

QUALCHE ORA dopo, però, dice via Instagram: «Ci sono cose da dire. Scelte politiche da difendere. Domande a cui rispondere ed una sana e robusta opposizione da costruire». Dalle sue mosse dipende molto di quanto accadrà nel mondo dei grillini anti-Draghi.