Trentacinque mila medici, infermieri e tecnici potranno essere stabilizzati con concorsi a partire dal prossimo anno. La procedura verrà affidata alle trattative nella conferenza Stato-Regioni. Lo ha annunciato ieri il governo presentando un decreto legge sulla razionalizzazione nella pubblica amministrazione e un disegno di legge sull’occupazione. Sono inoltre previsti mille concorsi per l’assunzione di altrettanti vigili del fuoco. Seguiranno ottanta assunzioni tra i «testimoni di giustizia». Sono state semplificate le immissioni in ruolo dei ricercatori precari negli enti di ricerca. Per quanto riguarda l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, fondamentale per il monitoraggio dei territori a rischio sismico, l’immissione dei precari sarà «graduale» ha dichiarato ieri il ministro dell’Istruzione e della ricerca Carrozza. Sarà creata un’agenzia per la gestione dei fondi strutturali Ue.

Insieme al taglio di 1,2 miliardi di euro di consulenze esterne e di 1 miliardo per le auto blu, sono questi i punti più significativi del provvedimento che, secondo il presidente del Consiglio Enrico Letta, sarebbe la soluzione del precariato nella pubblica amministrazione. Il ministero dei Beni Culturali ha inoltre annunciato l’assunzione di 150 precari in deroga al blocco del turn-over.

In attesa di conoscere i testi dei provvedimenti, ci atteniamo alle dichiarazioni del presidente del Consiglio Letta e del ministro della pubblica amministrazione D’Alia. Il governo ha deciso di «ridurre le forme di lavoro flessibile» e ha messo «alcune barriere per evitare scorciatoie per l’assunzione senza concorso». Si tratterebbe di una «risposta strutturale» al precariato nel settore pubblico. Letta ha annunciato «un percorso di parziale inserimento dei precari previa procedura altamente selettiva perché la Costituzione (l’articolo 97, ndr.) sia applicata».

Il governo ha inoltre approvato alcune norme che obbligano la P.A. ad assumere i vincitori di concorsi. «In parte – ha chiarito il ministro della pubblica amministrazione D’Alia – questo riguarderà anche gli idonei, ma solo per le graduatorie più recenti». «Saranno concorsi per scegliere tra chi ha un contratto a termine da tre anni i «migliori», quelli che hanno obiettivamente un’utilità per l’amministrazione» ha poi aggiunto.

Una precisazione che sembra aprire un futuro altamente incerto agli «idonei» di vecchia data, cioè a coloro che sono in una graduatoria in attesa di un’assunzione che non è mai arrivata. Per loro si spalanca probabilmente la strada di un nuovo concorso, dopo quello che hanno dovuto già affrontare. Resta inoltre oscuro il criterio «meritocratico» e questa idea di «utilità obiettiva» con la quale saranno scelti i «migliori». Anche la platea dei precari resta incerta. La Cgil sostiene che siano 150mila, il governo non ha fornito cifre. In compenso ha ammesso di non conoscere quanti sono i precari di Stato. Avvierà un «censimento» di cui però non sono stati comunicati i tempi o la metodologia.

I provvedimenti sembrano inoltre riguardare un settore specifico dell’amministrazione, quello delle società partecipate. I precari da stabilizzare dovrebbero essere quelli che hanno maturato almeno tre anni negli ultimi cinque, lavorando con contratti di collaborazione o di consulenza mascherati. Risultano esclusi i precari della scuola (almeno 150mila persone), i docenti «inidonei» e il personale che rientrava nella cosiddetta «quota 96» nel 2012. I sindacati della scuola (Flc-Cgil, Gilda, Anief) già annunciano manifestazioni e scioperi.

Tutti ritengono insufficienti anche le immissioni in ruolo per l’anno scolastico in corso. Per l’Usb, che scenderà in piazza il prossimo 18 ottobre, il provvedimento «continua con i tagli agli organici e si rischia il licenziamento di massa». Cgil parla di «risposta parziale e non ancora sufficiente», «una larga fetta dei precari resterà esclusa dai processi di stabilizzazione».

Intanto le trattative sull’Imu vanno avanti. Ieri un altro incontro durato ore non è bastato a sciogliere il rebus. «C’è ancora da lavorare fino a mercoledì [il prossimo Cdm, ndr.] ma possiamo farcela» ha scritto il vice premier Alfano in un tweet. «Continuiamo a valutare le opzioni percorribili» ha confermato il ministro degli Affari regionali Del Rio.